Consulenze d’oro: l’ex consigliera Rauti finisce a processo
Tra i nove rinviati a giudizio per truffa dai giudici romani anche la senatrice di Fratelli d’Italia eletta a Mantova

MANTOVA. Spesso si trattava di poche pagine, e altrettanto spesso di dubbia utilità. Tutte consulenze chieste da consiglieri della Regione Lazio che per le casse dell’amministrazione hanno avuto un costo esorbitante, 440mila euro. È finita anche la senatrice Isabella Rauti – al tempo dei fatti consigliere regionale del Popolo della Libertà e oggi senatrice di Fratelli d’Italia eletta nel collegio Uninominale di Mantova – nella bufera delle consulenze d’oro. L’esponente di Fratelli d’Italia finirà sotto processo con l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato assieme ad altri otto tra ex consiglieri e consulenti incaricati. All’accusa di aver intascato decine di migliaia di euro grazie a consulenze fasulle, la senatrice – già moglie dell’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno e figlia di Pino Rauti, esponente storico del Movimento Sociale – ha sempre risposto dichiarandosi innocente.
I fatti contestati dalla procura di Roma nell’inchiesta delle consulenze d’oro risalgono al periodo tra il 2010 e il 2013, quando il governatore era Renata Polverini. Secondo il pubblico ministero Alberto Pioletti le consulenze non sarebbero state altro che lavori di facciata, a volte addirittura dei copia e incolla di lavori già disponibili su internet. Il tutto per incassare con facilità soldi della Regione e favorire professionisti. Così come gli incarichi sarebbero stati assegnati «per mera vicinanza politica» e non per abilità o reale necessità. In totale le consulenze incriminate nell’inchiesta, sarebbero costate alla Regione più di 440mila euro.
In particolare la senatrice Rauti è accusata di aver affidato una consulenza da 29mila euro a un professionista romano che avrebbe prodotto «relazioni illustrative di mera facciata». E un altra a un secondo professionista – per una cifra meno importante, 2.500 euro – il quale si sarebbe però limitato a «riprodurre stralci degli statuti regionali per un totale di sei pagine». A una terza consulente sarebbe stato affidato, per il costo di 11mila euro, l’incarico per «l’analisi delle tematiche giuridico-amministrative di competenza dell’ufficio di presidenza». Secondo il pubblico ministero il lavoro consegnato sarebbe un semplice copia e incolla di un dossier già reperibile sul sito internet della Camera. —
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