MANTOVA. La carenza di personale negli ospedali è una «croce» – come l’ha definita ieri l’assessore regionale Giulio Gallera – che da tempo tutte le strutture sanitarie italiane si caricano sulle spalle.
Da un lato le risorse che scarseggiano, dall’altro la continua caccia ai camici bianchi che faticano a partecipare ai concorsi pubblici perché le scuole di specializzazione sfornano sempre meno professionisti. E così si scopre che nei tre ospedali dell’Asst – Poma, Pieve di Coriano e Asola – mancano almeno 50 medici, più o meno uno-due ogni reparto.
«Il problema – fa sapere l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, lunedì al Poma per inaugurare l'acceleratore lineare della Radioterapia – è quello dei limiti alla possibilità di assegnare risorse a causa dei tetti nazionali, che adesso forse saranno modificati ma ancora non sappiamo come e quanto. Certo l’autonomia ci consentirebbe di gestire i nostri 18 miliardi e 500milioni come meglio vogliamo».
Meno problemi, invece, nelle assunzioni per sostituzione, vale a dire nell’arrivo di nuovi camici bianchi al posto dei pensionati in uscita per anzianità o quota cento. Ma per coprire il deficit negli organici occorre attendere la risposta della Regione. Discorso a parte per il comparto infermieristico, dove la possibilità di spostare risorse dagli interinali al personale a tempo indeterminato potrebbe favorire nuovi ingressi. Per finire il concorso per 14 posti da operatore socio sanitario: nei giorni scorsi sono arrivate le prime 7 assunzioni, che però riguardano solo i riservisti (ex forze armate) che per legge godono della priorità. La direzione del Poma ha fatto sapere che le altre 7 saranno formalizzate nel giro di un anno e mezzo a scorrimento della graduatoria, a meno che altre Asst vogliano attingere dall’elenco.
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