La parrocchia è in bolletta: «Ossigeno fino a agosto»
Attilio Pedretti
SAN MARTINO DALL'ARGINE. Si volti pagina ma nel segno della trasparenza, ha detto Monica Baracca ricevendo un applauso. «Mettendo una pietra sopra l’accaduto», ha precisato Pietro Tonini ricevendo altrettanto sostegno. «Avanti come in famiglia» avevano auspicato il parroco don Luigi Pisani, il vicario episcopale don Giampaolo Maccagni, l’economo diocesano don Antonio Mascaretti. Ma l’altra sera, all’assemblea indetta a San Martino per discutere dei conti in crisi della parrocchia, in molti si sono detti delusi. Avrebbero voluto un’analisi dettagliata della situazione. . Tanta la gente intervenuta. L’assemblea l’ha voluta il parroco ed è stata sostanzialmente corretta. Tre i punti toccati: la situazione economica, l’immobile Conventino o ex bar Acli, i funerali a piedi.
Monica Baracca, incaricata dal parroco di analizzare i conti, ha detto che attualmente la parrocchia ha in cassa circa seimila euro. Occorre far fronte a un mutuo di 70mila euro con 72 rate mensili da 700 euro, poi bisogna restituire in 5 anni un contributo di 40mila euro alla Curia (entrambi i finanziamenti sono legati al tetto del Conventino dal costo di 202mila euro). Impegni che rimarranno a carico della parrocchia anche nel caso di cessione in comodato al Comune dell’immobile.
Poi ci sono le bollette e le necessità della chiesa. Giuseppe Maragni, tornato ragioniere della parrocchia dopo un quinquennio, ha svolto un’analisi finanziaria preoccupante partendo dalle offerte e stimando che se non intervengono fatti nuovi si può andare avanti fino ad agosto. Sul recupero del Conventino il parroco è favorevole al comodato che metterà a disposizione della parrocchia il primo piano col salone. Posizione appoggiata da Mauro Novellini del consiglio per gli affari economici. Contrario Gerolamo Pasin, che rimpiange i terreni di cui la parrocchia era proprietaria. Un applauso al sindaco Alessio Renoldi che ha evidenziato la disponibilità del Comune per il comodato, ricordando quando ragazzino frequentava quegli ambienti. L’economo diocesano ha spiegato perché è più facile al Comune che alla parrocchia accedere a contributi (il bene non è di interesse culturale) e che i proventi dalla alienazione dei terreni parrocchiali erano finiti non alla Curia ma a Roma.
Don Pisani si è detto più favorevole ai cortei funebri in auto piuttosto che a piedi. Don Maccagni ha annunciato la visita pastorale del vescovo l’anno prossimo.
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