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Mantova, ecco l’arte sui palazzi: così Lunetta cambia

Otto artisti al lavoro per trasformare il volto del quartiere. Quasi ultimati i murales realizzati nell’ultima settimana

Elena Poli
2 minuti di lettura

MANTOVA. Bombolette spray, colori e pennelli. Otto artisti al lavoro per trasformare il volto di un quartiere e nascondere il grigiore dei palazzi di periferia. A Lunetta s’è quasi conclusa l’attività degli street artists coinvolti nella quarta edizione del Festival Without Frontiers - Lunetta a Colori, il progetto di rigenerazione urbana organizzato da Caravan SetUp con l’associazione torinese Il Cerchio e le Gocce e promosso dal Comune. Anche quest’anno il compito di dare un tocco di colore a vie, palazzi e piazze di Lunetta è stato affidato a professionisti del graffiti-writing provenienti da tutta Italia e dall’estero.

I murales realizzati nell’ultima settimana, ormai quasi ultimati, andranno ad aggiungersi ai 27 già presenti, coprendo edifici e strutture in stato di degrado. È il caso, ad esempio, del sottopassaggio di viale Lombardia, uno dei punti centrali del quartiere, che è stato completamente trasformato grazie al lavoro dell’artista torinese Riccardo Lanfranco, in arte Corn79.

«Da tempo gli abitanti chiedevano un intervento nel sottopasso perché si trova proprio all’ingresso del quartiere ed era particolarmente buio e grigio – ha spiegato il writer, già autore di altre due opere nelle precedenti edizioni del festival – per questo ho voluto creare un impatto cromatico molto forte utilizzando colori sgargianti e luminosi. È stato un lavoro più impegnativo rispetto a quelli cui sono abituato perché ho dovuto dipingere sulle colonne e non su una superficie piana».

Nella realizzazione dell’opera Corn79 è stato aiutato da alcuni studenti del liceo artistico Giulio Romano, che hanno potuto imparare direttamente sul campo tecniche e segreti della street art. «Secondo me è una bellissima iniziativa – dice Eleonora, una studentessa del liceo artistico che da tre anni partecipa al festival con l’amica Irene – tutti gli artisti con cui abbiamo lavorato si sono sempre dimostrati disponibili e aperti al confronto. Sicuramente ripeteremo l’esperienza anche l’anno prossimo, magari proponendo un progetto tutto nostro».

Tra le nuove opere d’arte a cielo aperto spiccano i due murales realizzati sui palazzoni verdi che si affacciano sui giardini di piazza Unione Europea. Il primo, dipinto dall’artista bolognese Dado, all’anagrafe Alessandro Ferri, è una scritta verticale sui toni del verde e dell’azzurro, affiancata da fiori di tarassaco: «Il graffito è dedicato a Isabella d’Este – ha spiegato Dado – ho voluto creare qualcosa di delicato e femminile, che richiamasse i colori del parco. Gli abitanti sono stati molto ospitali e mi sono trovato benissimo con tutta l’équipe».

Sulla parete vicina si trova invece il murale del duo creativo olandese Telmo Miel, che rappresenta un uomo che cerca di slegare i lacci di un paio scarpe: «Da piccolo mi divertivo a fare questo scherzo a mio nonno – ha detto Miel spiegando l'interpretazione dell’opera – ma il disegno nasconde un significato più profondo: tutti dobbiamo imparare dai fallimenti e dagli errori del passato per superare i nostri nodi irrisolti e i blocchi che ci limitano». Per completare l'opera i due artisti hanno lavorato sotto il sole anche più di otto ore al giorno, servendosi di una gru per poter dipingere a diverse altezze. Altri dipinti murali di grandi dimensioni sono stati realizzati da Mohamed Lghacham, Fátima de Juan/Xena e Mrfijodor su alcuni edifici di viale Veneto, viale Romagna e viale Calabria.

Ma come vedono l’iniziativa gli abitanti del quartiere? «Finora la risposta è stata più che positiva – ha commentato Simona Gavioli, curatrice del progetto insieme a Giulia Giliberti – pensi che diversi cittadini hanno offerto agli artisti il caffè o il pranzo». Oggi dalle 16 alle 24 in concomitanza con la Festa di quartiere e la Festa della musica, c’è la notte bianca dell’arte. —

Elena Poli

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