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Alloggi popolari a Mantova: a ottobre il primo bando dell’era digitale

Domande soltanto online attraverso la piattaforma di Regione Lombardia. L'assessore Martinelli: «Offriremo assistenza per le nostre case»

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MANTOVA. Rottamato il mix abitativo (prima ancora che entrasse in vigore) e sfumato anche il premio per i lombardi di lungo corso (al grido di «prima gli italiani»), il nuovo regolamento regionale per l’assegnazione degli alloggi popolari è pronto per il test della realtà, che a Mantova e negli altri quattordici Comuni del Piano di Zona scatterà a ottobre.

Tra le novità confermate c’è infatti quella della dimensione sovracomunale del bando, che si accompagnerà alla rivoluzione digitale: addio carta, da questo giro in poi le domande potranno essere presentate soltanto online. E la cosa un po’ preoccupa.

A mettere in fila le novità, già contestate dai sindacati tutti attraverso un documento unitario, è l’assessore ai lavori pubblici, Nicola Martinelli, partendo sempre dalla premessa che il tema della casa resta cruciale, perché insieme al lavoro cementa l’identità degli individui.

E con l’emorragia dei posti di lavoro – il terremoto della grande crisi da cui Mantova non si è ancora ripresa – la casa è diventata un’emergenza vera, ancorata all’evidenza dei numeri: per ogni richiesta di alloggio accolta, ne vengono respinte nove (dato 2018). E il timore dei sindacati è che il nuovo regolamento aggiunga altri ostacoli.

Se fino a ieri ogni Comune pubblicava il proprio bando, per poi stilare una graduatoria unica sia per gli alloggi comunali sia per quelli di Aler, adesso gli avvisi saranno a livello di Piano di Zona e l’assegnazione sarà a cura dei rispettivi enti: i Comuni per le proprie case, l’Aler per i suoi immobili. La piattaforma digitale sulla quale i richiedenti dovranno caricare le domande, però, sarà la stessa. E chi non ha dimestichezza con il computer? «Ci stiamo attrezzando con Aster per guidare gli utenti, almeno in questa prima fase – risponde Martinelli – Immagino che anche Aler prevederà un servizio simile».

I Comuni hanno tempo fino al 13 settembre per aggiornare il piano annuale del fabbisogno abitativo che, prima di tradursi in bando, dovrà essere approvato dal Piano di Zona del distretto di Mantova. Calendario alla mano, si arriverà così a metà ottobre.

Abbastanza perché gli aspiranti assegnatari si attrezzino per tempo: se il mix abitativo è saltato, resta la quota del 20% degli alloggi riservato agli indigenti con un Isee inferiore ai 3mila euro, che dovranno allegare alla domanda anche una specifica attestazione rilasciata dai servizi sociali. Attenzione, l’Isee da solo non è sufficiente.

E il «prima agli italiani» tanto in voga? Era un di più, un premio proporzionale al periodo di residenza in Lombardia e nel Comune di riferimento che alzava l’asticella dei 5 anni comunque necessari per ambire a un alloggio popolare.
 

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