Duemila firme in due mesi per la tangenziale di Goito
L’idea di una petizione è partita da quattro cittadini poi si è allargata a tutto il paese stanco del traffico e dei gas. Ora la consegna al sindaco

GOITO. Quasi duemila sì in soli due mesi, per la tangenziale di Goito. Dopo 50 anni di dibattiti politici, un continuo ricambio di amministrazioni e generazioni, proposte e controproposte, a scendere in piazza, e a conquistarla, sono stati quattro comuni cittadini goitesi. “Eravamo quattro amici al bar che volevano cambiare il mondo”, recitava una famosa canzone, e sembra proprio questo il caso. L'idea di una petizione, infatti, è nata davanti a una birra media, quasi per gioco. I quattro goitesi hanno iniziato a raccogliere consenso, dapprima tra i clienti del locale, poi tramite un gruppo WhatsApp e, infine, sulla pagina Facebook Goito Tangenziale. Il passo, da una decina di adesioni ai 1.700 consensi è stato breve.
Quasi duemila, in due mesi, le firme raccolte a mano sotto i gazebo e nei punti di raccolta allestiti nei negozi e nelle attività artigianali del piccolo paese, nonostante il caldo degli ultimi giorni. E tra queste, spuntano anche quella del primo cittadino Pietro Chiaventi, e di buona parte dell'amministrazione. Circa 400, invece, quelle consegnate online. La raccolta si è conclusa definitivamente domenica scorsa, in piazza Gramsci, dove sono serviti cinque addetti ad accogliere le più di 700 persone che si sono presentate a firmare.
Come tengono a precisare i quattro fautori della petizione, esasperati dal traffico incessante della Goitese e preoccupati per le condizioni ambientali del Comune, il loro obiettivo, totalmente apolitico, è quello di dare voce a un paese stanco di respirare ogni giorno il gas dei circa trentamila tubi di scarico dei mezzi di passaggio. Goito è l'unico paese sulla provinciale verso Brescia, infatti, a non avere ancora una tangenziale in grado di smaltire il traffico dal centro.
Il prossimo passo dei cittadini sarà quello di consegnare le firme al sindaco, probabilmente durante un dibattito collettivo aperto a tutti.
«Con il decreto sblocca cantieri è rispuntata l'ipotesi TiBre – tende a specificare, però, Chiaventi -. Bisogna lavorare su due tavoli, insieme a Provincia e Regione e sbloccare, senza distinzioni politiche una situazione immobile da troppi decenni».
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