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Mantova, ora in campagna i turisti si fermano più giorni

Gli alberghi rimangono i preferiti per chi visita il Mantovano. Ma in agriturismi, ostelli e campeggi soggiorni più lunghi

Sabrina Pinardi
1 minuto di lettura

MANTOVA. L’antidoto al “mordi e fuggi” turistico? La campagna. Almeno secondo quanto emerge dall’ultimo osservatorio sul turismo della Provincia. I turisti continuano a preferire gli alberghi, ma se scelgono di stare a Mantova per più giorni allora scelgono gli agriturismi o altre strutture meno convenzionali.

Sia i visitatori italiani sia gli stranieri alloggiano preferibilmente in hotel, ma tutte e due le categorie pernottano più a lungo nelle strutture “complementari”, che comprendono, oltre agli agriturismi, anche campeggi e ostelli. «La permanenza media più alta dell’ultimo triennio – spiega la ricerca – è proprio data dagli stranieri che si sono fermati fino a 3,28 giorni nelle strutture complementari».

Gli agriturismi, all’interno della categoria dei complementari, rappresentano più della metà delle strutture e circa il 60% dei posti letto. Negli ultimi tre anni, il numero delle aziende è rimasto praticamente invariato: 146 nel 2016, 148 nel 2017 e 147 nel 2018. Ma c’è stata una lieve crescita dei posti letto, passati dai 2.277 del 2016 ai 2.357 del 2018. Se si considerano anche le realtà che fanno soltanto da mangiare, le aziende in provincia nel 2018 erano 239. Quest’anno, altre sei hanno aperto, ma due hanno chiuso l’attività. E Mantova si piazza al secondo posto in Lombardia, dopo Brescia, per numero di strutture.

L’Alto Mantovano, con le sue colline e la vicinanza al lago di Garda, continua a farla da padrone con 1.414 posti letto. «Quando si parla di agriturismo nella nostra provincia non ci si può riferire a un’unica entità» commenta Marco Nicolini, presidente della sezione agriturismi di Confagricoltura, che con la famiglia gestisce l’azienda Speranza a Guidizzolo. «Chi alloggia in queste zone cerca la tranquillità ma anche la vicinanza al Garda e ai suoi parchi divertimento, come Gardaland e Caneva». Per tutti, nessuna zona della provincia esclusa, vale il discorso dell’accoglienza: «Spesso la prima richiesta riguarda il cibo, che deve essere locale, e poi apprezzano molto i consigli su cosa visitare o dove andare a mangiare. Credo sia questo rapporto di fiducia che si instaura che fa sì che gli ospiti tornino anche gli anni successivi. Un rapporto che l’aumento dei posti letto previsto dalla nuova legge (da 60 a 100, ndr) rischia di incrinare».

Tra le nuove regole, non ci sono soltanto elementi preoccupanti. «È positivo che per produzione locale si intenda la produzione di tutta la Lombardia e non soltanto delle province vicine – spiegano dall’ufficio tecnico di Confagricoltura – ci sono un po’ di timori per l’aumento del 5% dei prodotti aziendali: le aziende dovranno rimodulare le produzioni. Positiva, invece, l’introduzione della percentuale di prodotti aziendali o locali anche per chi fa solo colazioni».

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