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Fusioni dei Comuni e taglio degli incentivi statali: nel Mantovano conti da modificare e progetti al palo

Meno soldi per la fusione, la rabbia dei sindaci mantovani. Borgocarbonara cambia il bilancio. Beduschi: «Governo miope. E a pagare saranno i cittadini»

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MANTOVA. «Questo governo sta dimostrando scarsa lungimiranza politica. Cerca di risparmiare qualche euro in vista di una Finanziaria lacrime e sangue». Alessandro Beduschi è stato eletto nel 2014 sindaco di Borgo Virgilio, primo Comune della provincia frutto di una fusione. Lasciate le cariche istituzionali, osserva con preoccupazione l’evoluzione della situazione locale dopo la notizia del taglio degli incentivi statali per i Comuni fusi. 

«La previsione con la fusione era quella di avere a disposizione circa 10 milioni in più in dieci anni – spiega – Cinque sono già arrivati, dei restanti cinque ritengo ne arriveranno al massimo tre. Saranno i cittadini a pagare questi minori stanziamenti, visto che in molti Comuni saranno probabili tagli ai servizi». Beduschi ritiene miope la decisione del governo. «Si risparmia su cose che in prospettiva portano risparmi. La scomparsa di un Comune porta un risparmio annuale, per sempre, di 350mila euro. Come in ogni settore, contenitori più grandi riducono le spese tenendo alta la qualità. Questa decisione penalizza chi ha avuto coraggio sul tema fusioni e porterà ad un netto calo delle richieste. Piccoli Comuni senza prospettive saranno obbligati a restare in vita e ad aumentare la tassazione».

Rischio blocco per gli investimenti a San Giorgio Bigarello. Il vice sindaco ed ex sindaco di Bigarello Barbara Chilesi lancia l’allarme: «I soldi che verranno a mancare sarebbero serviti per le nuove opere pubbliche. Ciclabili, due nuove scuole, la piazza di Gazzo. Se non ci sarà una marcia indietro del governo le opzioni saranno tre: rinunciare a qualche opera, rinviarle o accendere mutui. Di sicuro non taglieremo i servizi. Lotteremo in ogni modo. Questa decisione penalizza di più i Comuni appena fusi come il nostro».

Nel Destra Secchia la situazione più complicata si registra a Borgocarbonara, dove sono venuti a mancare 70mila euro sul bilancio di previsione. «Non metto in dubbio la bontà della fusione, che darà i suoi buoni frutti indipendentemente dal contributo, ma questa è una grave ingiustizia» commenta il sindaco di Borgocarbonara Lisetta Superbi. Il Comune di Borgocarbonara è nato a gennaio. Il progetto prevedeva che il nuovo ente avrebbe potuto contare su uno stanziamento da parte dello Stato pari a 320mila euro l’anno, per 10 anni. Il commissario prefettizioha stilato un bilancio di previsione all’insegna della prudenza, impegnando 230mila euro del contributo, ma non è stato sufficiente, perché con i tagli, di cui si è avuta notizia alla fine di giugno, a Borgocarbonara arriveranno 167mila euro, circa 70mila in meno rispetto a quelli già impegnati sul bilancio. L’amministrazione ha dovuto mettere mano al documento, che deve essere approvato entro la fine di questo mese, andando a ridurre alcune spese e rimandando alcune piccole azioni. Il bilancio verrà portato in consiglio domani. «Volevamo fare tante cose, ma è stato necessario cambiare gli impegni di spesa – continua Superbi – I benefici della fusione sono tanti e si vedranno. Ci sono comunque quasi 170mila euro in più che non ci sarebbero stati. Chi mette adesso in discussione la scelta di un’ampia maggioranza punta su qualcosa di cui l’amministrazione non ha colpa. Bisogna lavorare per far tornare indietro il Governo rispetto ai patti stabiliti. Si sono cambiate le regola a metà di un esercizio finanziario. Inaccettabile».

Preoccupazione e rabb ia anche a Borgo Mantovano (qui il contributo annuo avrebbe dovuto essere di 700mila euro, ma sarà invece di 467mila euro, il 40% in meno) e a Sermide e Felonica (qui sono stati assegnati 415mila euro, a fronte dei 670mila previsti, 255mila euro in meno). Anche a Sermide e Felonica si provvederà a una modifica di bilancio, ma «non verranno toccate le opere pubbliche– dice il sindaco Bortesi – si inciderà su acquisti di materiali e piccole manutenzioni». I sindaci pressando sul Governo, attraverso l’Anci, perché riveda la decisione.

Matteo Sbarbada
Giorgio Pinotti
 

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