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In cento in piazza a Brescia per tutelare il corso del fiume Chiese

La manifestazione davanti alla sede della Provincia per esprimere il dissenso alla realizzazione dell’impianto di depurazione del Garda

Valerio Morabito
1 minuto di lettura

MANTOVA. Il caldo non ha ostacolato un centinaio di persone, che ieri intorno alle 12.30 hanno manifestato davanti al Palazzo della Provincia di Brescia il loro dissenso contro la realizzazione di uno o più terminali del mega-depuratore del Garda lungo il fiume Chiese. In sostanza i componenti delle associazioni ambientaliste bresciane hanno sottolineato il loro «no» a qualsiasi ipotesi di scaricare nel Chiese la depurazione del Garda.

A ribadire questo concetto ci ha pensato Gianluca Bordiga, portavoce del Tavolo delle associazioni che amano il Fiume Chiese e il lago d'Idro. Tra l'altro, in maniera simbolica, alcuni ambientalisti di Montichiari hanno consegnato un’ampolla contenente l'acqua del fiume Chiese prelevata nel territorio monteclarense al vicepresidente della Provincia di Brescia Guido Galperti che ha ascoltato le rimostranze dei partecipanti. Ma se l'ambiente non ha confini geografici, non sorprende che alla manifestazione di fronte al Broletto abbiano partecipato anche alcuni ecologisti di Castiglione delle Stiviere, Casalmoro e di Asola. Tra l'altro ha preso parte all'evento anche l'assessore all'Ambiente del Comune di Asola Ambra Moretti. In un contesto del genere il vicepresidente della Provincia di Brescia, Guido Galperti, ha assicurato ai presenti che «il progetto presentato da Acque Bresciane verrà preso in esame e discusso con la massima attenzione».

Ma soprattutto è stato annunciato che Acque Bresciane ha depositato lo studio di fattibilità del progetto del mega depuratore del Garda all'Ato di Brescia. Tra le associazioni presenti anche il circolo di Legambiente di Montichiari e le mamme di Castenedolo.

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