In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Sì all’autostrada per Cremona? Ecco le 5 grandi opere a rischio

La Regione non avrebbe più soldi da investire per Gronda Nord, Pope e Asolana Più lontane anche tangenziale di Goito e la Suzzara-Pegognaga fino alla A22

Sandro Mortari
2 minuti di lettura

MANTOVA. Messa da parte l’autostrada Mantova-Cremona costruita dai concessionari privati di Stradivaria, l’attenzione della politica sembra ora concentrarsi su quella tutta pubblica da un miliardo 200milioni di euro. Con una preoccupazione per quello che la Regione ha sostenuto, martedì scorso, nel summit a Milano: un impegno così gravoso per le casse del Pirellone (750 milioni di euro, anche se poi ritornerebbero indietro in 40-45 anni con una remunerazione dell’1%) costituirebbe per gli anni a venire un freno ad altri investimenti in opere pubbliche addirittura su tutto il territorio lombardo.

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) E con i soldi in arrivo dall’Autobrennero l’Asse sud è al sicuro]]

Inoltre, la società a cui verrebbe affidata la concessione sarà una partecipate della Regione, probabilmente Infrastrutture lombarde, che, a sua volta, dovrà indebitarsi per trovare gli altri soldi necessari. Tutto ciò significherebbe che i mantovani dovrebbero rinunciare a una serie di infrastrutture che, invece, ritengono prioritarie (completamento della Gronda nord di Viadana e della Pope, tangenziale di Goito, eccetera). Addirittura, mercoledì la Regione avrebbe insistito sul fatto che con l’ipotesi dell’autostrada pubblica Mantova-Cremona sarebbero a rischio anche i futuri investimenti per l’intero territorio lombardo.

A questa ipotesi restrittiva (anche solo al Mantovano e al Cremonese) non credono i politici nostrani che, in caso si decidesse a fine settembre per l’ipotesi autostrada (a scapito di quella del raddoppio dell’attuale ex statale Cremonese da 700-800 milioni di euro da suddividere tra Regione, Anas e enti locali), si dovrebbero negoziare tutte le opere che il territorio aspetta da anni e ottenere la certezza che quelle compensative previste siano confermate.

Quali sono queste opere? Partiamo da quelle connesse al progetto autostradale, attese dalla popolazione locale per alleggerire il traffico sotto casa. Si tratta del prolungamento dell’Asse sud dalla Valle dei Fiori al casello della A22 di Bagnolo che consentirebbe di portare fuori da Mantova il traffico pesante, la variante di Borgoforte che eviterebbe il transito di auto e Tir per l’abitato di Cerese, la variante di Castellucchio (bypassando il paese) e il tratto da Grazie all’innesto con l’Asse sud al Gigante.

Nel luglio dell’anno scorso la Provincia consegnò al governatore Fontana un documento elaborato dagli stati generali dell’economia e dalla commissione dei sindaci dove erano indicate le opere, per un valore di oltre 30 milioni di euro, ritenute prioritarie per il Mantovano. Un anno dopo non sono cambiate.

Si tratta, dunque, del completamento della Pegognaga-Poggio Rusco da 7 milioni di euro (la variante di Poggio Rusco opzionale del costo di altri 7 milioni), la Gronda nord Viadana-Casalmaggiore (7,5 milioni), la riqualificazione dell’Asolana da Asola a Casalmoro (7 milioni, più altri 7 nel caso si optasse anche per il prolungamento sino ad Acquafredda) e la riqualificazione della provinciale 49 tra Suzzara e il casello della A22 a Pegognaga (opera da 12 milioni di euro). A queste si aggiungevano anche l’autostrada Mantova-Cremona, la tangenziale di Goito e la tangenziale sud di Mantova.
 

I commenti dei lettori