I Cinque Stelle mantovani: mai con il Pd e con Renzi. Zolezzi e Fiasconaro: fiducia in Mattarella
Prioritario per il Movimento è portare a termine il taglio dei 345 parlamentari «ma che non sia merce di scambio»
Sandro Mortari
L’analisi
MANTOVA. Taglio dei parlamentari, e poi... decida Mattarella. Ma mai accordi con il Pd e, soprattutto, con Renzi.
I Cinque Stelle mantovani, nella crisi del governo gialloverde, non deflettono dalla linea nazionale tracciata da Di Maio e da Grillo. «Io sono favorevole a votare al più presto il taglio dei parlamentari, dopodiché la palla passi al presidente della Repubblica» sintetizza il deputato Alberto Zolezzi, punto di riferimento dei grillini di casa. Lui avrebbe già individuato il percorso: taglio di 345 tra deputati e senatori e voto sulla mozione di sfiducia della Lega al premier Conte, «e vedremo come va; se passa, tocca a Mattarella». «Ma la proposta di Renzi di un governo istituzionale conta nulla» si affretta a precisare. E se ne venisse una da Zingaretti? «Non so» è la risposta abbottonata del parlamentare a Cinque Stelle.
Parli di Renzi anche al capogruppo di M5S in Comune a Mantova, Michele Annaloro, ed è come se gli si materializzasse davanti il diavolo: «Con lui, per tutto quello che ha portato, non sarei molto contento di fare un accordo» afferma.
Parla, dice, a ragion veduta dall’alto della sua esperienza maturata nell’aula di Via Roma: «La giunta di Mantova è tutta renziana, costruita sulla logica neoliberista che non pensa al bene comune, lontana dalla tradizione di centrosinistra. Come si fa a fare accordi quando sia a livello nazionale che locale il Pd ci ha sempre fatto la guerra e ha osteggiato, per esempio, il reddito di cittadinanza? Zingaretti dovrebbe abbandonare le logiche pregiudiziali contro di noi, ma temo che sarà difficile».
Il sottosegretario all’interno Luigi Gaetti è prudente: «La situazione - analizza - è molto fluida e non ho elementi a sufficienza per commentare». E aggiunge: «Per me esistono due priorità: il taglio dei parlamentari e la legge di bilancio. Come fare ad affrontarle lo decida chi è in parlamento. Io - conclude - auspico che prevalga il bene dell’Italia e non delle fazioni». «Di Maio è stato molto chiaro» fa eco Stefano Capaldo, attivista storico del Movimento a Viadana.
«L’M5S non vuol fare alcun accordo con il Pd, ma vuole portare avanti il taglio dei 345 parlamentari e per questo fa appello ai singoli parlamentari di ogni gruppo. Per noi questa è la priorità, poi Mattarella indicherà la strada da percorrere: voto o manovra di bilancio per scongiurare quell’aumento dell’Iva che tutte le persone di buon senso non vogliono, ma nessun accordo con il Pd».
Quanto alla crisi in corso, Capaldo lancia frecciate a Salvini: «Ha tradito gli italiani mettendo il suo tornaconto davanti a tutto e a tutti; quello che ha fatto cadere era un governo che aveva più del 50% del consenso degli italiani, basato su un contratto che conteneva proposte di buon senso».
Anche il consigliere regionale Andrea Fiasconaro si dice «assolutamente contrario» a ogni ipotesi di nuovo governo per superare la crisi: «Sia per il nostro Movimento che dal punto di vista politico questa è una scelta da non fare - spiega - L’unica strada sono le elezioni, non vedo maggioranze alternative. Anche perché Salvini ha fatto la scelta sbagliata di aver mandato a casa un governo che lavorava e ora se ne deve assumere la responsabilità: col voto avrà la maggioranza e governerà, ma con la quasi certezza di non riuscire a fare un governo entro l’anno e di non scongiurare l’aumento dell’Iva».
Fiasconaro non nasconde che «per il paese è una via impervia e rischiosa, ma non è responsabilità nostra». Ci sarebbe il taglio dei parlamentari che eventuali alleati potrebbero garantire: «Si può fare in questa legislatura - sottolinea -, e in tempi rapidi, ma - avverte - non deve essere merce di scambio per governi di minoranza, di responsabilità, di transizione o di altro. Quindi, votiamo la riduzione dei parlamentari, vediamo se Conte sarà sfiduciato o meno e affidiamoci a Mattarella».
«Macché alleanza con il Pd, di cui non mi fido - dice Roberta Pasetti, consigliere comunale di Guidizzolo - Sarei d’accordo solo per un governo che porti a termine il lavoro iniziato come il taglio dei 345 parlamentari e che eviti l’aumento dell’Iva, e poi tutti al voto. Ma niente alleanze - insiste - In ogni caso, la parola finale spetterà a Mattarella». Quanto a Renzi, «ha fatto propria la proposta di Grillo di qualche giorno fa. Se avesse voluto fare qualcosa con noi avrebbe dovuto pensarci subito dopo le elezioni del 2018». —
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