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Fava: "Non vivo di politica come chi mi attacca, ma non mi tiro indietro"

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MANTOVA. Continuano i veleni nella Lega. Gianni Fava replica al deputato Dara e alla consigliera regionale Cappellari che avevano criticato il suo ritorno in campo. «Leggo senza stupore le loro dichiarazioni» scrive l’ex assessore regionale sulla sua pagina Facebook. L’inizio lascia intravvedere i fuochi d’artificio, che non mancano nel prosieguo. «Mi hanno insegnato a non sottovalutare mai nessuno e con fatica mantengo fede a questo impegno».

Prima le precisazioni. «Mi accusano di aver sempre giocato partite “contro” non si sa bene chi e “sottobanco” nonché di conoscere bene Viadana. Nel secondo caso confermo! Quattro anni fa ho proposto e sostenuto la candidatura di Giovanni Cavatorta a sindaco, come sempre mettendoci la faccia. Con la Lega Nord per l’indipendenza della Padania (l’unico partito della mia vita). Risultando il più votato della lista Lega e di tutte le altre e contribuendo in modo determinante al successo di Giovanni (un candidato che quelli che parlano oggi non volevano). Vero, quindi, che mi occupo di Viadana e dell’Oglio Po. L’ho sempre fatto quando la politica era per me una attività e a maggior ragione intendo farlo oggi che mi occupo principalmente d’altro».

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Veleni nella Lega mantovana. Dara: da sempre Fava è contro di noi. La Cappellari: deve candidarsi]]

Poi l’affondo: «Capisco la difficoltà di chi non accetta il fatto che si possa fare politica senza vivere di politica. Concetto difficile da digerire per chi ha visto modificata sostanzialmente la propria Isee occupando ruoli istituzionali. Non è il mio caso. Di certo a Viadana non hanno il piacere di conoscere i nuovi rappresentanti eletti nelle istituzioni. Non si sono mai visti e nulla hanno fatto per questo territorio. Finché ci sarà un barcone nel Mediterraneo - è la frecciata anti-salviniana - ci sarà spazio per fare politica anche così, sganciati dai territori e lontani dalle esigenze dei cittadini».

Però, osserva Fava, «è iniziata una nuova fase nella politica nazionale e i limiti dei nuovi “eletti” cominciano a vedersi tutti. Soprattutto si sta materializzando la paura sui loro volti e nei loro atteggiamenti. Quella paura che prima ha nutrito il loro consenso oggi si sta dirigendo verso chi l’ha fomentata. Ne vedremo di belle».
 

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