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Appello della mamma per il midollo: tantissime chiamate

Irene sta lottando contro la leucemia per la sua bimba di 5 mesi: «Spero di far capire che salvare una vita si può. Grazie a chi mi sta vicino pur non conoscendomi»

Lino Fontana
1 minuto di lettura

CASTEL D'ARIO. Dopo l’appello rilanciato sulla Gazzetta per cercare un donatore di midollo osseo, è scattata una gara di solidarietà per aiutare Irene Marchiella, 34enne affetta da leucemia linfoblastica ph+, residente fino ad un mese fa a Castel d’Ario col marito Mauro Nuvolari e la figlia di cinque mesi, Ambra.

Ora la famiglia si è trasferita a Gazzo Veronese, vicino ai genitori di lei. Sia la sezione Abeo di Mantova sia l’Avis di Castel d’Ario, che insieme hanno lanciato una campagna di sensibilizzazione alla donazione del midollo, sia l’Admor di Verona, sono subissati di telefonate per avere informazioni e su come rendersi utili per la giovane mamma.

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Appello di una mamma di Castel d'Ario: «Ho la leucemia e cerco un donatore»]]

«Vorrei ringraziare tutte quelle persone - sottolinea Irene - che si sono mosse per informarsi o che si sono iscritte come donatori». Irene racconta che proprio in questi giorni, saputo della sua malattia, alcuni suoi cugini si sono iscritti come donatori all’Admo di Padova. Irene ringrazia inoltre tutti coloro «che anche con semplici messaggi su Facebook mi sono vicini e mi sostengono. Martedì scorso mi trovavo in day hospital all’ospedale di Borgo Roma, a Verona, per delle cure e vicino a me c'era un ragazzo di 24 anni che stava facendo la chemio. Abbiamo parlato a lungo. Poi lui, finita la cura, si è girato verso di me ringraziandomi per quello che sto facendo. L’ho aiutato ad essere più motivato a vincere».

«Spero di far capire che salvare una vita si può. Donare un po’ di midollo non costa nulla. Certe cose non accadono solo agli altri - prosegue la donna - Grazie a chi mi sta vicino pur non conoscendomi. A chi diventerà donatore e salverà una vita. Grazie a chi parlerà delle malattie del sangue facendo sì che l'informazione su questi tumori non sia più un tabù. Con poco si può salvare una vita».

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