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Subito al voto o governo giallorosso? I parlamentari mantovani confidano in Mattarella

Dara grida al complotto, Baroni e Rauti bocciano l’asse Pd-M5S. Colaninno per una nuova maggioranza

Monica Viviani
2 minuti di lettura
(lapresse)

MANTOVA. La Lega che grida al complotto, Fratelli d’Italia che punta il dito contro «inciuci e intrighi di palazzo», Forza Italia che non vede nessun punto di convergenza politica tra Pd e Cinquestelle e il Pd che è pronto a trattare con M5S partendo da quella piattaforma votata il 21 agosto dalla direzione.

All’indomani delle dimissioni del premier Conte annunciate al Senato con un duro attacco a Matteo Salvini, e a consultazioni del Quirinale in corso, le reazioni dei parlamentari mantovani raccontano di un dopo-crisi ancora fluido e tutto da costruire. «È ormai chiaro che da settimane se non da mesi c’era un filo diretto tra Renzi e il Movimento 5 Stelle per creare un governo nuovo»: appena uscito da una riunione con il segretario Salvini, Andrea Dara non ha dubbi.

«Avevamo avuto delle avvisaglie – riferisce – e dopo quanto accaduto in Senato martedì è ormai chiaro e trasparente cosa è successo: ci sono stati passaggi sottobanco, i tanti no dei 5 Stelle erano propedeutici a questo». Fa poi notare che nei 5 punti fissati dal segretario del Pd Zingaretti per trattare con i 5 Stelle «pare che manchi il taglio dei parlamentari che noi invece eravamo pronti a votare, ci sarà da ridere vedere i Cinquestelle con Renzi, Boschi e Lotti che hanno sempre criticato».

E mentre ribadisce che un eventuale governo giallorosso «sarebbe contro la Lega e contro Salvini mentre noi vogliamo un governo a favore dei cittadini», ammette che l’attacco di Conte a Salvini non se lo aspettava o almeno non così: «Personalmente mi sarei aspettato un discorso diverso, non così forte perché significa che in questi 14 mesi non si è reso conto di cosa si stava facendo, le sue parole al Senato sono poi le stesse usate dal Pd».

Nel Pd intanto Matteo Colaninno parla di un fallimento «prevedibile» del «governo populista e sovranista»: «La Lega ha deciso in modo unilaterale di precipitare l’Italia in una crisi politica grave che produce danni enormi   – aggiunge – Va detto con chiarezza ne i governi delle democrazie parlamentari nascono e muoiono in Parlamento, l’Italia ha tenuto le elezioni politiche solo un anno fa e non è pensabile votare ogni anno peraltro con costi di centinaia di milioni di euro sulla base degli umori di un partito che governava solo con il 17%. La stella polare è l’interesse del Paese e andare a votare senza esperire un tentativo vero e convinto di far nascere una nuova maggioranza in questo parlamento è superficiale e irresponsabile. Per questo ho deciso di sostenere sin dall’inizio l’iniziativa politica di Matteo Renzi. Ora è un bene che il Pd sia unito nel cercare e verificare se esistono le condizioni per sostenere la nascita di un nuovo governo con una vera discontinuità e in grado di bloccare l’aumento dell’Iva, affrontare con serietà l’imminente sessione di bilancio evitando una crisi difficilissima che produrrebbe nuova recessione provocando il crollo di affidabilità e stabilità nei mercati finanziari. È anche un’importante occasione per ridare all’Italia centralità e toglierla dall’isolamento in cui era finita».

Dal canto suo la deputata di Forza Italia Annalisa Baroni ribadisce la linea del partito: «Ora la situazione è nelle mani sapienti del Presidente della Repubblica e noi siamo coerenti: l’unica via da seguire sono le elezioni subito». Non crede in un governo Pd-Cinquestelle: «A parte tutto quello che si sono detti, non vedo alcuna convergenza politica su temi come riforme istituzionali, lavoro, cultura, ricerca scientifica. Ma dopo quello che abbiamo visto negli ultimi 14 mesi ora ci possiamo aspettare di tutto mentre alcuni protagonisti della vita politica vengono nobilitati dalla televisione».

Parla infine di «teatrino» il vicepresidente vicario del gruppo di Fratelli d'Italia al Senato, Isabella Rauti, che boccia qualsiasi ipotesi di governo giallorosso: «Al Presidente della Repubblica chiederemo di andare al voto il prima possibile per restituire agli italiani la loro sovranità popolare. Respingiamo coalizioni nate da intrighi di palazzo che non garantiscono un programma che dia stabilità politica e risposte al Paese. Sulla base delle ultimi elezioni europee e regionali un ritorno alle urne porterebbe in Parlamento quella che è già maggioranza nel Paese, ovvero di centro-destra». E sul bis alla coalizione con Lega e Forza Italia, precisa che «Forza Italia deve prima risolvere alcuni nodi al suo interno sia per le posizioni prese in Europa sia per le aperture di qualche suo esponente». 

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