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Mantova, la lotta dei giovani Cisl per i “ragazzi invisibili”

L'obiettivo: rilanciare la possibilità di riconnettere il lavoro alla felicità personale e comunitaria

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MANTOVA. La precarietà del lavoro rende i giovani “invisibili”, senza volto e troppo spesso senza futuro. È questa la denuncia dei giovani del Laboratorio Cisl Lombardia. Per contrastare la precarietà sempre più diffusa e sempre più insostenibile i giovani dicono “Noi ci mettiamo la faccia!”.

Sono i giovani della Cisl presenti al Festivaletteratura 2019 a rilanciare la possibilità di riconnettere il lavoro alla felicità personale e comunitaria.

Da Mantova arrivano prove concrete che il lavoro può essere ancora oggi una gioia. Con il progetto “Finalmente una gioia” il Comune ha voluto offrire ai giovani e alle imprese un’occasione per sperimentarsi reciprocamente e in molti casi arrivare all’assunzione.

È Dino Perboni, segretario Cisl Asse del Po, a sottolineare la particolare valenza politico-sindacale del progetto: «Per la Cisl è stato fondamentale che tale intervento a favore dei giovani sia scaturito da un accordo sindacale, frutto di un percorso concertativo fra le parti sociali e il Comune. Il confronto e la negoziazione con i sindacati e le parti sociali hanno permesso di giungere ad una visione comune sulle sfide del lavoro e le prospettive del governo del territorio».

Salvatore Massimino, giovane mantovano impegnato nel Laboratorio Giovani e operatore della Filca-Cisl (edilizia) rilancia la necessità di sviluppare occasioni di incontro e di confronto con i giovani. Per questo «abbiamo voluto proporre un questionario per comprendere le diverse visioni del lavoro e soprattutto sperimentare l’incontro faccia a faccia con i giovani stessi».

«La Cisl Lombardia – afferma Ugo Duci, segretario generale Cisl Lombardia – mette in campo risorse, intelligenze e passione per non lasciare soli i giovani di fronte alle transizioni ricorrenti nel mondo del lavoro. La Cisl da sempre lavora per affermare il valore della formazione. Oggi dobbiamo spingere perché l’orientamento, l’accompagnamento e la formazione lungo tutto l’arco della vita siano investimenti sostenuti da risorse pubbliche stabili».

«Già oggi – rilancia Dino Perboni – diamo appuntamento alla città e alle organizzazioni sociali per riflettere insieme sui dati della ricerca e per confrontarci su alcune chiavi di lettura della condizione giovanile».

 

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