Mantova, le Pescherie del futuro: visita guidata al cantiere
Lavori anche al sottoponte: la giunta approva un intervento da 50mila euro per eliminare le infiltrazioni, ripristinare le volte e deviare le acque meteoriche da via Mazzini
Igor Cipollina
MANTOVA. Per raggiungere la Mantova liquida e sotterranea bisogna calarsi giù dalla scala a pioli del cantiere. Giù nella pancia della città di una volta, dove il Rio era un’arteria azzurra che trasportava merci, diluiva e lavava. Dove il tempo si è impastato in strati di lische e conchiglie. Una città sottosopra che il recupero delle Pescherie di levante restituirà alla consapevolezza dei mantovani.
«È l’ultimo restauro che “aggredisce” un’opera di Giulio Romano» informa l’architetto Sebastiano Bertoni dello studio PdA, il progettista incaricato dalla Fondazione a cui nel 2016 il Comune diede in concessione le Pescherie, scongiurandone così l’alienazione. In realtà ad aver aggredito le altre opere giuliesche sono stati i restauri operati tra l’Ottocento e il Novecento, interventi energici modulati sul gusto dell’epoca. Il recupero delle Pescherie, invece, promette di «rivoluzionare la percezione di Giulio Romano», svelandone l’idea scenografica delle facciate, ad esempio.
Come il guscio di un ovetto Kinder, staccandosi, l’intonaco aggiunto sta rivelando la sorpresa di un bugnato già conformato nella struttura. Screpolature d’artista. Ma delle facciate si parlerà più avanti, adesso è ancora il momento di consolidare e demolire. Di riscrivere la geografia interna delle Pescherie: visitare il cantiere è come salire su una macchina dello spazio e del tempo. Le pietre conservano traccia e memoria di chi le ha abitate, delle botteghe e degli appartamenti, delle aggiunte e delle sottrazioni.
Archi, sottoportici, solai, ogive e ponteggi: a guidare la visita in questo labirinto di Storia e storie, insieme a Bertoni, sono il presidente della Fondazione, Paolo Corbellani, l’architetto Elena Froldi Paganini per il Comune e il capo cantiere Adriano Gavioli, che osserva attento ogni mossa. Per tutti vale la consegna del casco.
Per raggiungere la spiaggetta di ghiaia occorre calarsi giù dai pioli, ma si lavora contro il calendario e gli intoppi perché a dicembre siano pronti l’ascensore e le scale. Del ventaglio di ghiaia resterà soltanto una striscia, a futura memoria, mentre il resto sarà coperto da una terrazza-pontile che si aggancerà al portico delle beccherie attraverso il sottoponte.
Coincidenza: negli stessi minuti della visita, la giunta sta approva il progetto definitivo ed esecutivo di manutenzione straordinaria del sottoponte. Intervento da 50mila euro per eliminare le infiltrazioni che hanno cariato i mattoni, “rammendare” le volte, canalizzare e deviare le acque meteoriche che scivolano da via Mazzini.
Dalla Mantova sotterranea a quella aerea, scalando il ponteggio (sempre in sicurezza) si raggiunge il tetto: la Fondazione ha messo mano alla sua porzione, peccato che le tegole confinanti appaiano precarie. Sono i coppi che coprono la fetta di Pescherie rimasta nel piano di alienazione del Comune. Altro intoppo da risolvere. (fotoservizio di Stefano Saccani)
I commenti dei lettori