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Malore sul volo dal Messico, muore l’insegnante-artista

Cordoglio in città per l’improvvisa scomparsa di Nicola Ferrari: aveva 54 anni. Ex prof di educazione fisica, da anni si era trasferito sulle coste del Pacifico

Matteo Sbarbada
2 minuti di lettura

MANTOVA. Un malore in aereo che non gli ha lasciato scampo. Nicola Ferrari, ex professore e artista 54enne di Mantova, si è sentito male improvvisamente sul volo che lo stava riportando in Italia da Città del Messico.

Il velivolo ha effettuato un atterraggio d'emergenza ad Atlanta, ma per lui non c'era più nulla da fare. La notizia della sua scomparsa ha fatto subito il giro della città e si è diffusa tramite i social.

Tanti i messaggi di cordoglio sulla sua pagina Facebook. Ferrari, dopo aver lavorato in una palestra in via Bonomi, era stato insegnante di educazione fisica alle superiori tra Castiglione delle Stiviere, Viadana e Fermi. All'insegnamento aveva sempre affiancato la passione per l'arte.

Scultore e pittore, tanto che esposizioni dei suoi lavori si erano tenute in passato in città e a Castiglione. Da alcuni anni aveva lasciato la casa di piazza D'Arco e cambiato vita. Si era trasferito a San Francisco, cittadina costiera del Messico nella regione di Nayarit. Qui vendeva i suoi lavori artistici ai turisti, soprattutto statunitensi, con la compagna messicana Erika, a sua volta artista, sposata lo scorso anno.

«Aveva lasciato tutto perché voleva essere libero – lo ricorda proprio Erika –. Avevamo un banchetto su una piccola piazza che dava sul mare. In questi anni aveva venduto più di 700 suoi disegni. Tutti lo conoscevano. Era sempre felice, divertente, pieno di energia, parlava con tutti. E poi era ribelle ed anarchico. E soprattutto odiava le ingiustizie. Abbiamo viaggiato molto in questi anni, vendendo i nostri lavori in festival e manifestazioni in Messico, a Berlino, in vari luoghi in Italia».

Ferrari risiedeva in Messico da settembre a giugno. Nei tre mesi estivi faceva ritorno in Italia per stare con la madre Anna Chiara, residente a Sant'Antonio, e con i figli Giovanni e Ginevra, avuti in una relazione precedente. «Mio padre era pieno di vita, solare, metteva subito tutti a proprio agio – lo ricorda il figlio Giovanni –. Era un uomo colto, curioso e giusto. Odiava le differenze e le ingiustizie e le ha sempre combattute, a scuola e durante la vita di tutti i giorni. In tanti lo ricorderanno per la sua visione della vita e per essere stata una persona coraggiosa e pronta a tutto per la famiglia e le persone che amava. Amava il Messico, dove aveva trovato un gruppo di amici che condividevano un'idea della vita simile alla sua».

Ferrari ed Erika erano una presenza familiare, con il loro banchetto, ad ogni Arcifesta sul piazzale Te. «Quest'anno non erano venuti e abbiamo sentito la loro mancanza – racconta Veronica Giatti, amica e referente di Arci Mantova –. Arcifesta sarà più triste senza Nicola».

Ferrari riposerà a Mantova. Nei prossimi giorni si terrà una cerimonia con parenti e amici per ricordarlo. 
 

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