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Mantova, l’appello della Cisl per la cartiera: «Serve unanimità di enti e istituzioni»

I lavoratori: «Investimento tecnologico impensabile dopo la chiusura della Burgo»

Monica Viviani
1 minuto di lettura

MANTOVA. «Quando si tratta di impianti industriali, tutte le istituzioni in pari misura sono chiamate a costituire e garantire la tutela della salute e della sicurezza dei cittadini e dei lavoratori rispetto agli impatti dei processi produttivi, per questo è importante che l’iter autorizzativo si concluda con un giudizio positivo unanime da parte di tutti gli enti»: è un appello a un ricompattarsi delle istituzioni sul caso Pro-Gest quello lanciato dalla Cisl alla vigilia della settima seduta della conferenza dei servizi che il 20 settembre deve decidere sulla valutazione di impatto ambientale.

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Maxi multa del Comune a Pro-Gest: quasi 400mila euro per tre abusi]]

A farsene portavoce sono il segretario Cisl Asse del Po Dino Perboni con la segretaria generale Fistel-Cisl Patrizia Rancati insieme ai due dipendenti Pro-Gest, entrambi ex Burgo, Massimiliano Mengoni della rappresentanza sindacale aziendale (o Rsa) nominata dal sindacato di categoria, e Bruno Ghidoni, prossimo alla pensione. Sottolineano l’importanza «di un investimento tecnologico impensabile pochi anni or sono dopo la chiusura della Burgo», ricordano che «alla Ies così come alla Sogefi non è accaduto nulla di simile» ma tengono a ribadire «che deve avvenire nell’assoluto rispetto delle disposizioni di legge» per «uno sviluppo industriale compatibile con l’ambiente».

Raccontano i lavoratori che l’aria che si respira tra i 59 dipendenti di viale Poggio Reale è di preoccupazione mista alla speranza che «la situazione si sblocchi entro ottobre come è stato annunciato nell’ultima seduta della conferenza di servizi» e che «se tutto dovesse andare per il meglio l’organico torni a quello inizialmente prospettato e che i contratti a tempo determinato siano trasformati in indeterminato: si tratta per lo più di giovani che l’azienda ha formato per questo lavoro, che non dobbiamo perdere».

Intanto comunque «è stato estremamente importante – concludono Perboni e Rancati – da parte di Pro-Gest aver mantenuto i dipendenti al lavoro e non aver fatto ricorso agli ammortizzatori sociali in questo periodo di fermo dell’attività» così come «riteniamo fondamentale il consenso dei lavoratori per la costruzione della nostra rappresentanza sindacale per avere relazioni costruttive con l’azienda che si è dimostrata disponibile al confronto». 

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