Esproprio 7 volte più caro: debito extra per la Provincia di Mantova
La Corte d’Appello rivaluta i terreni occupati per i lavori al ponte di San Benedetto Po: il passivo fuori bilancio è di 223mila euro. Il presidente Morselli: «Cifra spropositata, l’area è in zona inedificabile, soggetta a importanti vincoli paesaggistici e idraulici e completamente inadatta per attività produttive»

MANTOVA. Oltre 220mila euro di debito fuori bilancio per indennizzi di esproprio lievitati dopo un ricorso e un’ordinanza della Corte d’Appello di Brescia. Se ne discuterà questa sera 24 settembre nella seduta del consiglio provinciale chiamata anche ad approvare il bilancio consolidato 2018. Il contenzioso riguarda i lavori di riqualificazione del ponte di San Benedetto Po: la Provincia ha calcolato l’indennità di esproprio di alcune aree necessarie per la realizzazione dell’opera e disposto l’occupazione anticipata urgente, quindi temporanea, di alcuni immobili. I proprietari dei terreni, i fratelli Rondelli, hanno ritenuto la cifra non congrua e impugnato i calcoli fatti nel 2017 dalla Commissione provinciale espropri chiedendo alla Corte d’Appello di rideterminare le indennità di esproprio, di occupazione pre-esproprio e di occupazione dei terreni per il cantiere.
E così è stato. La Corte d’Appello di Brescia ha rideterminato gli indennizzi ordinando alla Provincia il deposito di 223.669 euro, cifra per cui l’amministrazione di via Principe Amedeo deve provvedere ad adottare gli atti necessari al riconoscimento del debito fuori bilancio. Secondo il consulente tecnico nominato dalla Corte l’indennità di esproprio del terreno ammonta a 23.812 euro e la relativa indennità di occupazione temporanea a 1.984 euro all’anno; l’indennità per la demolizione di alberi e i silos a 36.217 euro; l’indennità annua per l’occupazione temporanea non finalizzata all’esproprio di 13.342 metri quadrati, nonché per la perdita temporanea dell’utilizzo degli uffici e della pesa, a 67.233 euro all’anno.
Rispetto alle stime effettuate dalla Commissione provinciale espropri, c’è un considerevole scostamento sull’ultima voce, che era stata quantificato in 13.705 euro annui. Divergenza dovuta al fatto, spiegano dalla Provincia, che il perito della Corte d’Appello ha attribuito un valore economico anche a materiale di riporto come sabbia e ghiaia sottostante un piazzale rialzato e ha quantificato pure l’ipotetico costo della ricostruzione di quest’ultimo.
«Le valutazioni dal consulente incaricato dalla Corte d’Appello – spiega il presidente della Provincia Beniamino Morselli – conducono ad attribuire ai terreni occupati a scopo di cantiere un valore che si discosta grandemente dal reale valore di mercato. L’area è in zona completamente inedificabile ed è soggetta a importanti vincoli paesaggistici e idraulici i ed è soggetta a periodiche inondazioni. È completamente inadatta per attività produttive. La movimentazione di inerti sull’area è stata autorizzata in sanatoria in quanto antecedente ai vincoli, ma solo sino ad esaurimento, quindi, non dà neppure prospettive reddituali né di sviluppo. Il criterio è evidentemente inadeguato in quanto conduce ad attribuire all’area un prezzo di 940mila euro, ovvero a 71 euro al metro quadro, sette volte maggiore di quello stimato dalla Commissione provinciale che pari a 10,76 euro al metro. Una cifra spropositata». Che è quasi il doppio di quella prevista per le aree residenziali urbanizzate della stessa zona (pari a 42 euro al metro quadrato) approvata dal Comune di San Benedetto e quasi il quadruplo rispetto al valore previsto per gli ambiti di trasformazione a prevalenza produttiva e non urbanizzati.
I commenti dei lettori