I poliziotti assenteisti di Mantova sono tornati al lavoro in due diverse questure
Compariranno davanti al giudice per il rito abbreviato. Erano stati denunciati dai colleghi di Milano. Quattro gli episodi contestati

MANTOVA. I due agenti della Polizia ferroviaria di Mantova, sospesi dal servizio per assenteismo, sono rientrati al lavoro ma collocati dal ministero dell’Interno in due diverse questure, in attesa delle decisioni del giudice. La sentenza è attesa per il 4 ottobre davanti al giudice per le indagini preliminari Gilberto Casari.
I due poliziotti hanno chiesto e ottenuto, tramite i loro legali, il rito abbreviato che consentirà loro, in caso di condanna, di usufruire dello sconto di pena di un terzo.
In quattro occasioni, nel corso di quest’anno, non avrebbero completato il loro turno di lavoro per andare altrove, a casa o al ristorante.
Si tratta di due assistenti capo che il giudice, su richiesta della Procura, ha sospeso per sei mesi. A scoprirli sono stati i colleghi del compartimento ferroviario di Milano.
Si sarebbero assentati sia quando svolgevano il servizio nella stazione ferroviaria di Mantova che nel corso della sorveglianza sui treni. Non è possibile sapere da chi è partita la segnalazione che ha fatto scattare l’indagine con pedinamenti.
La Procura è intervenuta immediatamente e, non appena informata degli esiti dell’indagine, ha chiesto al giudice per le indagini preliminari l’immediata sospensione dei poliziotti.Il provvedimento di sospensione di sei mesi è stato attuato in attesa che l’inchiesta giungesse al termine.
Gli ulteriori accertamenti richiesti dalla Procura dovrebbero aver stabilito se i due agenti al centro dell’episodio si siano assentati altre volte oltre ai quattro casi accertati.
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