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Emergenza organici per i Vigili del fuoco di Mantova: e il contratto nazionale è scaduto

Arrivati a Mantova 13 nuovi pompieri, ma ne partiranno 17. La denuncia della Uil: e gli amministrativi sono 4 su 10

Igor Cipollina
1 minuto di lettura

MANTOVA. La coperta è corta. Sempre più corta. A furia di tirarla per coprirsi il mento, prima o poi si resta a gambe nude. La coperta in questione è quella dei Vigili del fuoco, il corpo più amato dagli italiani, ma deluso dallo Stato. La denuncia arriva dalla sindacato di categoria della Uil (Uil Pa Vigili del fuoco). In realtà, la presa di posizione del segretario generale Alessandro Lupo è più sfumata, esprime la speranza che i pompieri non vedano «ancora una volta deluse le proprie aspettative». Ma il contratto è scaduto con l’ultimo giorno del 2018, e le trattative per il rinnovo sono ancora alla fase dell’abboccamento. Mentre si allunga l’elenco delle rivendicazioni. A declinare la situazione della provincia di Mantova è il segretario territoriale della Uil Pa Vigili del fuoco Ferdinando D’Anna.

Il problema è anzitutto di personale. Eccola, la coperta: l’altro ieri sono arrivati 13 pompieri freschi di corso, a riportare in equilibrio l’ago dell’organico (che tra comando centrale e sedi distaccate segna 200). A ogni nuovo infornata corrisponde però il trasferimento volontario dei vigili del fuoco più anziani e lontani da casa, ai quali viene concesso l’avvicinamento. Tecnicamente si chiama mobilità nazionale e scatterà a metà novembre: nemmeno il tempo di godersi la ritrovata serenità, che in 17 pompieri lasceranno la provincia di Mantova. Morale, si starà pure peggio di prima.

Altro affanno, quello che coinvolge gli amministrativi: tra dirigenti e ispettori dovrebbero essere in dieci, ma per contare quelli effettivamente al lavoro le dita di una sola mano sono anche troppe. Tocca quindi fare con il personale inviato a tappare i buchi da altri comandi.

Figure fondamentali, queste degli amministrativi, da cui dipende sia la gestione interna delle sedi (ad esempio, sono loro a dovere approvare l’acquisto di materiali) sia le attività di controllo e prevenzione nelle aziende. L’indice di D’Anna è puntato anche contro il comando centrale di Mantova e la sede di Viadana, «ormai vetuste per ospitare personale e automezzi».

E poi per tutti, in ogni caserma d’Italia, ci sono il tema del contratto scaduto, della forbice di 300/500 euro al mese rispetto alle retribuzioni delle forze di polizia, dell’assicurazione obbligatoria per gli infortuni e le malattie professionali, «delle tutele previdenziali che faranno dei Vigili del fuoco i pensionati poveri di un futuro ormai prossimo», e «delle tutele per la sicurezza dei Vigili del fuoco che si ammalano e muoiono di cancro nell’indifferenza più totale». Ecco perché il corpo più amato dagli italiani rischia di naufragare: «Sarebbe immorale e inaccettabile un’eventuale disattenzione da parte del governo che torni ad emarginarci» tuona Lupo. Adesso si attendono segnali tangibili. Non segnali di fumo. 


 

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