Vanno a caccia di uccelli protetti, quattro denunce
Tra i volatili uccisi, i carabinieri forestali hanno trovato anche esemplari di frosone e picchio rosso maggiore. Gli indagati sono bresciani che si erano spostati a cacciare tra Cavriana e Volta Mantovana

CAVRIANA-VOLTA. Utilizzavano richiami acustici elettromagnetici vietati dalla legge per catturare e uccidere uccelli selvatici, tra cui esemplari di specie protette. E avevano l’accortezza di nascondere i bottini nei loro capanni di caccia, tra Cavriana e Volta Mantovana. Ma i carabinieri della Forestale, dopo giornate di appostamenti, li hanno smascherati.. Quattro cacciatori bresciani sono stati così denunciati alla procura.
Sequestrati anche cinque fucili da caccia, due richiami acustici, una carcassa di un picchio rosso maggiore e una di un Frosone, e un uccello vivo, un frosone, che veniva utilizzato come richiamo. In via cautelativa i carabinieri hanno ritirato anche le munizioni in loro possesso al momento dei controlli.
La fauna abbattuta e il frosone vivo invece sono stati consegnati al centro di recupero per animali selvatici “Il pettirosso” di Modena.
Il blitz dell’operazione “Pettirosso” è scattato martedì: vi hanno partecipato i carabinieri forestali della sezione operativa antibracconaggio e reati in danno degli animali (Soarda) un nucleo operativo specializzato incardinato nel comando delle unità forestali dei carabinieri, con sede a Roma, che da anni esegue campagne per la repressione del bracconaggio durante il periodo migratorio lungo le Prealpi. Con loro i militari della Forestale di Mantova, che hanno individuato e poi tenuto sott’occhio i capanni di caccia nella zona dei colli utilizzati dai bracconieri.
Arrivando a scoprire, martedì, che per cacciare utilizzavano i richiami sonori a funzionamento elettromagnetico, vietati dalla legge sulla caccia.
Questi apparecchi possono essere usati soltanto per hobby e nel birdwatching, ma non per richiamare i volatili allo scopo di abbatterli. Nei carnieri dei 4 uomini, provenienti da Polaveno e da Gardone Val Trompia, di età compresa tra i 60 e i 75 anni, sono stati trovati oltre 40 esemplari di volatili cacciabili, perlopiù tordi e bottacci, che sono stati sequestrati appunto perché uccisi con mezzi non consentiti.
Tra questi c’erano anche gli esemplari di frosone e di picchio rosso maggiore, considerati particolarmente protetti dalla legge e di particolare importanza: il frosone è anche inserito nell’elenco delle specie tutelate ai sensi dell’allegato II della convenzione di Ginevra. I quattro rischiano l’arresto da 2 a 8 mesi e un’ammenda di 1.500 euro.
I commenti dei lettori