MANTOVA. «Non abbiamo paura di niente e di nessuno e ci proponiamo come protagonisti della prossima campagna elettorale per le comunali» tuona dal tavolo dei relatori il commissario cittadino nonché vice coordinatore provinciale di Forza Italia, nonché candidato sindaco forzista Nicola Sodano. È il giorno del convegno, nella sede di via Calvi, sulla «Mantova 2015-2020, tra effimero e realtà» in vista delle elezioni. Ed è il giorno della riscossa di Forza Italia, del suo orgoglio ritrovato dopo anni di faticosa e dura opposizione al centro sinistra.
A loro riserva parole più che concilianti, pur rimarcandone la diversità: «Vogliamo costruire il progetto di Forza Italia per le prossime comunali - dice - in cui si ritrovino tanti cittadini». Per questo verranno organizzati tanti incontri con la città, «palestre dialettiche» le ha definite l’ex sindaco dove mettere a punto programmi «su sicurezza, ambiente e aiuto ai più deboli che oggi stanno venendo meno».
«Vogliamo portare il nostro contributo al centro destra. E questo è un modo per dire che siamo diversi da Lega e da Fratelli d’Italia. Abbiamo un patrimonio di proposte originali». Insomma, Forza Italia è pronta a costruire progetti e candidato sindaco con gli alleati e a mettere in campo una lista fatta di donne, giovani e tanti volti nuovi: «Qualora il sindaco sia di Forza Italia ascolteremo le proposte degli altri - afferma conciliante e rassicurante Sodano - Ma se non sarà di Forza Italia - avverte - saremo protagonisti con le nostre proposte e la nostra originalità». E, tanto per dare l’idea, l’ex sindaco si dice per nulla impressionato dalle 600 persone che hanno applaudito la ricandidatura di Palazzi al Dopolavoro ferrovieri: «Anche noi abbiamo fatto kermesse al Chiringuito con 1.200 persone». Insomma, «non abbiamo paura di niente e di nessuno».
Sodano dà un giudizio severissimo sull’amministrazione Palazzi così come faranno, negli interventi successivi, tutti i big del partito, dall’onorevole Annalisa Baroni al capogruppo in Comune Pierluigi Baschieri, da Marco Ghirardini a Romano Artioli a Stefano Gialdi. «In Palazzi c’è tanto impegno per cose che non mettono in moto uno sviluppo della città». Tra le critiche principali la città chiusa e inaccessibile che «mette in crisi i commercianti» e la mancanza di lavoro, «ignorata dal sindaco». Che preferisce presentare tante cose come vittorie e che invece tali non sono: «Prendete il Podestà: i 14 milioni per il primo lotto c’erano, ma lui ha fatto una variante costosissima e ha speso lì i 9 milioni avuti da Renzi».
Rincara la dose Baschieri: «Ha promesso una rivoluzione copernicana per la viabilità e ha messo solo due bus navetta. Senza parlare delle difficoltà in cui si dibattono Fondazione università, Mantova Hub, in grave ritardo, e il turismo, per il quale ancora manca il tanto sbandierato consorzio pubblico-privato». Chiude la Baroni, coordinatrice provinciale, con l’ennesimo siluro a Palazzi: «La sua giunta pecca di concretezza e di una visione della città, dove servirebbero più lavoro e liberalismo».
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