Moda, la ditta mantovana Castor cede l’80% al gruppo Ifg
La fondatrice dell’azienda di Castellucchio: «Passo importante per crescere ancora». I soci sono imprenditori dei settori tessile e luci e un manager che iniziò in Deni Cler
Monica Viviani
MANTOVA. Castor cede l’80% delle sue quote alla società I.f.g. Italian Fashion Group. Da tempo alla ricerca di un partner con cui crescere, l’azienda di Castellucchio specializzata in prêt-à-porter donna di alta gamma fa quindi il grande passo con l’obiettivo di espandere il suo business e allargare la presenza commerciale del marchio di proprietà Mantù, che ha da poco festeggiato il decimo anniversario. «Sono molto contenta di essere riuscita a compiere questo passo – racconta la fondatrice e anima imprenditoriale di Castor, Angela Picozzi –Era il nostro sogno trovare un partner con le potenzialità per investire in marchi nuovi e produrre marchi propri».
I.f.g. è una newco creata ad hoc per questa operazione dall’imprenditore di Como Claudio Di Nunno (già alla guida di un conglomerato tessile che annovera, tra gli altri, Fpr, Joker’s, Michel Mark e Dimoda), dal ceo e proprietario del gruppo di Meda Penta Light Andrea Citterio e dall’emiliano Fabrizio Ruozzi, che vanta una lunga esperienza nella gestione di note aziende del settore tessile-abbigliamento.
La nuova compagine societaria, nata nel giugno scorso, vede ora, oltre ad Angela Picozzi, l’ingresso di Di Nunno come partner strategico, di Andrea Citterio nel ruolo di chief executive officer della realtà mantovana e di Ruozzi quale chief operation officer.
Nata a Mantova nel 2003 e divenuta in breve tempo un’eccellenza del Made in Italy, Castor conta oggi 64 dipendenti, il 94% donne e con un’età media di 40 anni: «L’organico, da sempre fiore all’occhiello dell’azienda per l’alto profilo tecnico delle proprie risorse umane, resterà invariato perché il valore di un’azienda è fatto dalle persone» assicura Angela Picozzi, mentre ammette che «Castor è stata spesso approcciata da realtà interessate a una possibile acquisizione, ma nessuna ci ha mai convinto».
L’operazione punta a consolidare ed espandere il giro d’affari dell’impresa di stanza a Castellucchio che ha chiuso il 2018 a 6,7 milioni di euro e «la forza di I.f.g – aggiunge la fondatrice – sta nell’incontro di partner produttivi di grande esperienza, tutti con l’obiettivo di continuare a realizzare capi eccellenti, dalla tessitura sino alla confezione». Anche per Di Nunno l’acquisizione rappresenta il coronamento di un sogno: «Completare la filiera di cui sono a capo. Ora, oltre alla tessitura e al finissaggio, il cerchio si chiude con una realtà di confezione».
Il nuovo management è già impegnato nella selezione di brand con cui avviare partnership di sviluppo industriale e distributivo. Anticipa Citterio che, oltre alla produzione per conto terzi, l’azienda punterà «a diventare anche un polo di marchi italiani da sviluppare a livello internazionale». È infine un ritorno a casa per Ruozzi che iniziò la carriera in Deni Cler, l’azienda dei genitori di Angela Picozzi: «La forza di questo accordo sta nella concretezza delle diverse competenze. Non si tratta di un’operazione finanziaria fine a se stessa, come spesso accade con l’ingresso di fondi di investimento».
I commenti dei lettori