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Mantova: mostre, musica ed eventi nel futuro delle Fruttiere di Palazzo Te

Il direttore della Fondazione Te spiega i progetti: i lavori termineranno nel 2021. Baia Curioni: «Potranno utilizzarle le università per lezioni e laboratori»

Gilberto Scuderi
2 minuti di lettura

MANTOVA. Le Fruttiere avranno nuova vita. «Il cantiere è pronto per essere avviato nei prossimi mesi», dice Stefano Baia Curioni, direttore della Fondazione Te. Fine lavori, probabilmente, nel 2021.

La ristrutturazione fa parte del piano di rifunzionalizzazione degli spazi del Palazzo. «Intanto abbiamo un anno di tempo per programmare: le funzioni immaginate sono molteplici, la principale sarà espositiva, le Fruttiere torneranno a essere spazio fruibile per mostre», prosegue Baia Curioni.

Mostre tutto l’anno? «Solo per alcuni mesi dell’anno, per il resto saranno spazio polivalente, polifunzionale a disposizione delle attività dell’esedra, per sviluppare la creatività vicino al territorio: anche mostre non grandi, concerti, danza, attrazioni artistiche molto diversificate, cene, feste. L’obiettivo è che lo spazio Fruttiere diventi il polmone che consentirà di animare palazzo Te come uno dei luoghi aperti della città».

Aperti in che senso?

«Alle Fruttiere potranno appoggiarsi le università per lezioni e laboratori, le scuole (la Scuola di palazzo Te sarà sicuramente uno degli ambiti delle Fruttiere) tramite le convenzioni col Polo di Mantova del Politecnico di Milano, con l’Università di Brescia, e vorremmo anche con gli Istituti Santa Paola. Insomma attività formativa e anche di produzioni di mostre e altro».

Un programma strutturato. «Sì, un sistema articolato dei servizi culturali: le Fruttiere lavoreranno in continuità e sinergia con lo Spazio Te dove, passato il bar, è stata creata una biblioteca, chiunque può leggere i libri della Fondazione, studiare, attaccare il computer e navigare wi-fi, un ambiente di sosta e ricreazione e di socialità. Lo Spazio Te sarà punto di contatto per entrare nelle Fruttiere».

Ma com’è il piano di ristrutturazione?

«Nel 2016 c’è stato il finanziamento del Ministero dei Beni culturali, andato poi in gara gestita dai Lavori pubblici del Comune. La ristrutturazione si è resa necessaria anche in conseguenza del terremoto del 2012. La messa in sicurezza completa innanzitutto, poi il risanamento», risponde Baia Curioni.

Quali sono gli interventi architettonici?

«Da una arte lo svuotamento delle Fruttiere e il ripristino della loro natura originaria, rifacendo la pavimentazione (per ospitare i nuovi impianti di climatizzazione con diverse modalità di freddo e caldo, per ottenere una temperatura costante), raddoppiando poi i servizi igienici (era questo un punto debole) e un ripensamento dell’impianto di illuminazione, deciso di volta in volta per le mostre che le Fruttiere ospiteranno». Ora un po’ di storia. Su progetto dell’architetto Nicolò Sebregondi la costruzione delle Fruttiere – a pianta rettangolare, costituite da un unico ambiente suddiviso in tre navate, con la copertura sostenuta da dieci coppie di pilastri – iniziò sul lato meridionale di palazzo Te nel 1651 e nel 1655 l’edificio cominciò a ospitare, d’inverno, piante e agrumi dentro vasi di terracotta. Dal ‘700 le Fruttiere e le attigue scuderie divennero magazzino militare. Numerosi utilizzi si susseguirono fino a quando, dopo un appropriato restauro su progetto dell’architetto Adolfo Poltronieri in occasione della mostra di Giulio Romano del 1989, divennero sede espositiva delle mostre realizzate dal Centro Internazionale d’Arte e Cultura di Palazzo Te.



 

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