In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Chiude la pelletteria Chiara: «In 52 anni tutto è cambiato»

Nello storico negozio di corso Umberto arriva una catena di abbigliamento. «Iniziai come commessa in una torrefazione, poi vidi quella vetrina....»

Maria Antonietta Filippini
2 minuti di lettura

MANTOVA. Chiude un altro negozio storico di Mantova, uno dei più belli ed eleganti di corso Umberto: Chiara, pelletteria e abbigliamento. Ieri le vetrine annunciavano la svendita speciale. «Ma non resterà il buco – dice Chiara Sassi, la titolare – abbiamo affittato ed entrerà una catena di abbigliamento che demolirà il negozio che avevo creato con tanto amore». Sparirà quindi l’ambiente foderato di legno con la grande C di Chiara a intarsio sul parquet all’ingresso.

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) I clienti vip erano di casa: Da Virna Lisi agli Agnelli]]

«Mi spiace tanto, ma dopo 52 anni posso anche smettere. Del resto il mondo è cambiato. Tutti comprano su internet, ai centri commerciali, negli outlet, e non vogliono spendere, anche quando hanno un bel po’ di soldi. Molti non sanno più distinguere la qualità. E poi entrare nei centri storici è un problema. Arrivano tanti turisti, prendono il caffè e il gelato».

Il testimone passa alla figlia Ingrid: «Aprirò un negozio più piccolo di pelletteria, sempre in centro». E così si torna alle origini con Ingrid che, dopo la laurea a Milano, ha lavorato nella moda per Piazza Sempione che l’ha mandata in Germania, ma poi è tornata per amore di un mantovano e da vent’anni collabora con la madre.

Un ritorno alle origini anche perché Chiara era partita proprio dalla pelletteria. «Avevo la passione per borse, scarpe, bauli e nel 1967 mi capitò la grande occasione – racconta – mio padre aveva un negozio di alimentari, mi aveva mandato a lavorare in una torrefazione in piazza Broletto. Sotto i portici c’era una pelletteria. La signora Conterio, che era anziana, morì e la figlia mi cedette l’attività».

Non sarà stato facile per una commessa di torrefazione? «Firmai un pacco di cambiali. Ma andò bene». Erano anni d’oro per Mantova, che saliva le classifiche per depositi bancari e reddito pro capite. Il gusto per il vestire bene era pari all’amore per le belle automobili. E i negozi guadagnavano parecchio.

«Così ho fatto il salto e ho aperto il negozio in corso Umberto, quasi di fronte a questo, allargandomi all’abbigliamento. Era su due piani e ho avuto fino a sette commesse, ormai ne sono rimate solo due. Si andava a gonfie vele tanto che potevamo pagare un affitto di 12 milioni di lire. Poi nel 1999 ho realizzato il mio sogno, comprando e realizzando il negozio che oggi chiudo».

La qualità però, a parte il prezzo (calzoni a 800 euro il paio, ad esempio) ha il difetto di durare nel tempo. «Ogni tanto viene una cliente a dirmi: pensa che ho ancora una borsa che ho preso da te 40 anni fa, è sempre bellissima».

Ma Chiara Sassi non è una che si mette in pensione. Con il marito Luciano Scaini, mancato l’anno scorso, anni fa ha aperto un bellissimo B&b a Barbasso, con tanto di piscina e frutteti. Lui faceva il geometra al Consorzio di bonifica e poi è diventato il suo contabile. «All’inizio mi aiutava a pagare l’affitto del negozio. Mettevamo in varie buste parte del suo stipendio per le spese». —




 

I commenti dei lettori