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Profughi in calo. Nel Mantovano ce ne sono 532 seguiti da 7 gestori

Dopo il taglio voluto daSalvini alle Cooperative e alle associazioni 21 euro al giorno per ogni ospite. La prefettura: presto il nuovo accordo ma con solo 5 soggetti

Sandro Mortari
2 minuti di lettura

MANTOVA. Sono 475, a giovedì scorso, i migranti ospitati nei 47 centri di accoglienza straordinari allestiti in 27 Comuni. Se si considerano anche quelli accolti nel «Sistema di protezione internazionale e minori non accompagnati» (l’ex Sprar) e quelli provenienti dal progetto dei corridoi umanitari dell’associazione Solidarietà educativa di Pegognaga e della Comunità di Sant’Egidio (con l’aiuto della Caritas), il loro numero sale a 532. Poco più della metà di quando tre anni fa si era nel pieno dell’emergenza sbarchi.

Anche adesso gli arrivi, soprattutto dalla Libia a bordo di barconi, vanno avanti, ma i numeri sono ridotti e il sistema di accoglienza del Mantovano regge senza problemi. «Qui non arrivano i migranti che sbarcano al sud – spiega il prefetto Carolina Bellantoni – Arrivano i dublinanti, coloro cioè che hanno lasciato l’Italia e gli altri paesi ci rimandano indietro, oppure qualcuno che proviene via terra dalle frontiere dell’est». Il turnover da un po’ è molto basso, qualcuno se ne va e pochi altri arrivano.

La concentrazione maggiore di profughi è a Mantova dove ne sono accolti 98, suddivisi in dodici centri che, come ovunque, sono perlopiù degli appartamenti con 4-5 posti letto per rendere più sostenibile l’impatto degli ospiti sulle comunità locali; al secondo posto c’è Borgo Virgilio con 42 persone in tre centri. A Poggio Rusco ce ne sono 24, anche loro accolti in tre centri. Negli altri Comuni, a parte Bozzolo, Castiglione, Curtatone, Goito, Porto, Rivarolo e Schivenoglia dove ci sono due centri, ve ne è uno solo.

«È il modello dell’accoglienza diffusa che abbiamo adottato – spiega il prefetto – che evita la concentrazione di persone. Questo ci permette di controllare meglio le varie situazioni. I numeri ridotti ci consentono anche di effettuare maggiori ispezioni. Stiamo organizzando riunioni mensili con gli enti gestori, ma già adesso li convochiamo spesso per confrontarci con loro».

Eppure, gli ultimi bandi per coprire i posti in più che si prevedeva servissero per far fronte ai continui sbarchi sono andati deserti: «Ma la situazione si è assestata – dice il prefetto – e i 470 posti che servivano sono stati tutti assorbiti dalle offerte di chi ha partecipato al primo bando di gara». E cioè cinque operatori tra cooperative e associazioni: Olinda, Solco, Csa, Abramo ed Emergency transport Pobic, a cui se ne aggiungono altri due tuttora operanti ma che non hanno partecipato al bando.

I gestori, ora tutti in proroga, hanno accettato la rinegoziazione dei vecchi patti e il drastico taglio della quota giornaliera che lo Stato, dopo il decreto sicurezza di Salvini, dà per ogni migrante accolto; si è passati dai 34,70-35,95 euro della vecchia convenzione ai 21,35 euro di adesso, comprensiva del pocket money di 2,50 euro e dell’unica scheda telefonica da 5 euro fornita. A breve, annuncia la prefettura, terminate le verifiche richieste dal codice degli appalti, sarà sottoscritto il nuovo accordo quadro che vedrà impegnati solo 5 dei 7 gestori oggi operanti.

La coop che gestisce più centri di accoglienza è Solco: tramite le sue coop Alce Nero e Hike ne segue 19 con 250 ospiti. Altra coop molto attiva è Olinda, presente in 8 Comuni dove si occupa di 12 centri e 120 profughi. L’associazione Abramo della diocesi è impegnata a Borgo Virgilio, Castel Goffredo, Mantova (gestisce 3 centri su 12). Ci sono, poi, Csa e Emergency transport Pobic e altre due, El Medina e Associazione comitato Mantova solidale, che non rientreranno nel nuovo accordo con la prefettura.

L’Ex Sprar accoglie 44 migranti distribuiti tra Mantova, Castiglione, Medole, Asola, Guidizzolo, Curtatone, San Giorgio e Castel Goffredo. A gestirli è la rete costituita dai Comuni. Gli altri due sistemi di accoglienza, quello dei corridoi umanitari di Sant’Egidio e di “Solidarietà educativa”, sono gestiti in proprio e solo monitorati dalla prefettura.

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