MANTOVA. La scadenza era fissata per le 24 della notte scorsa e Pro-Gest a quanto pare ha aspettato l’ultimo minuto utile per depositare in Provincia l’atto che sancisce la rinuncia all’inceneritore autorizzato per la cartiera di Mantova. Se così non fosse, il preavviso di diniego al raddoppio produttivo farebbe il suo corso trasformandosi in formale bocciatura. Intanto trapela che l’azienda non avrebbe intenzione di lasciare a casa i 25 dipendenti a cui venerdì scadrà il contratto a tempo determinato che ha già raggiunto il tetto massimo dei 24 mesi previsti dalla legge.
Ancora non è dato sapere quali sono i termini esatti della modifica in riduzione al progetto «diretta a superare i motivi ostativi indicati nella relazione istruttoria a supporto del preavviso di diniego inviato a Cartiere Villa Lagarina l’11 ottobre scorso» così come annunciato dalla Provincia in occasione dell’ulteriore proroga concessa a Pro-Gest per la consegna della «nuova proposta progettuale, corredata della documentazione per la compiuta valutazione di tutti gli impatti ambientali e sanitari». Ma ormai è certo (salvo ripensamenti dell’ultimo minuto) che si tratta della rinuncia al termovalorizzatore.
D’altronde solo riducendo drasticamente il quadro emissivo, Zago può sperare di far tornare sul tavolo la Valutazione di impatto ambientale per il raddoppio produttivo e di riannodare il dialogo con le istituzioni interrotto bruscamente dai casi cartaccia e abusi edilizi.
C’è però un “ma”: la rinuncia all’inceneritore deve riguardare anche l’autorizzazione ambientale o Aia che altrimenti rimarrebbe solo chiusa in un cassetto con il rischio che qualcuno prima o poi possa decidere di rispolverarla. Autorizzato sin dal 1998, ri-autorizzato dall’Aia (Autorizzazione integrata ambientale) rinnovata nel 2014 e dimezzato dall’Aia 2017, l’impianto non è stato comunque ancora costruito. Resta poi da capire dove Zago abbia intenzione di smaltire il cosiddetto pulper non più destinato al termovalorizzatore: indiscrezioni parlano di un impianto in un paese dell’Est.
I 25 posti a rischio
I legali dell’azienda starebbero in queste ore appurando se tra le pieghe del decreto dignità sia possibile un’ulteriore proroga dei contratti a tempo determinato. Questo consentirebbe a 25 dipendenti di non perdere il posto nel giro di due giorni e all’azienda di posticipare la loro stabilizzazione almeno in attesa che gli enti si esprimano sulle modifiche impiantistiche proposte.