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L’Arci di Mantova rilancia e accusa il circolo: «Il bocciodromo è fondamentale»

Dei Cas: «Difficoltà a ragionare con la Bocciofila che ora ha chiesto di rinnovare l’adesione. Ma noi non c’entriamo con il debito di 251mila euro»

Sandro Mortari
2 minuti di lettura

MANTOVA. «Le vittime di questa vicenda sono due: il gestore del bar del circolo e l’Arci, che sta subendo un grave danno d’immagine. Per questo bisogna trovare una soluzione». Mirko Dei Cas, presidente dell’Arci provinciale, sta lavorando affinché il circolo Bocciofila torni ad affiliarsi all’Arci in modo che il Comune conceda una proroga fino a gennaio all’attuale gestore del bar e del ristorante ospitati all’interno della palazzina dell’ex mercato del bestiame in viale Te.

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Dal 1° ottobre scorso il circolo non ha rinnovato l’adesione all’Arci; poi ha presentato la documentazione in ritardo, «purtroppo - dice Dei Cas - senza l’idonea documentazione che possa attestare il fatto che il sodalizio abbia i requisiti per essere affiliato». Il 12 novembre i dirigenti del circolo hanno consegnato la documentazione all’Arci provinciale che la sta valutando. «Oggi (il 14 novembre, ndr) - annuncia il presidente - incontrerò i dirigenti del circolo per valutare se c’è l’opportunità di affiliarsi o meno. Questo è fondamentale per ottenere la proroga per il gestore, poi vedremo che cosa deciderà il Comune».

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L’Arci non ha alcuna intenzione di abbandonare il Te: «Riteniamo quel luogo fondamentale - dice il presidente - per la nostra associazione e per la nostra comunità, oltre a riconoscere l’incredibile impegno dei soci fondatori che hanno permesso la costruzione del bocciodromo di viale Te, ed è per questo che dedichiamo il nostro impegno alla ricerca di una soluzione per renderlo fruibile».

Confessa, però, i difficili rapporti con il circolo che lo spingono ad accuse gravi nei confronti dei suoi dirigenti: «Purtroppo in questi ultimi tempi ci è stato impossibile ragionare serenamente e onestamente con il circolo, e ancora oggi il sentore che interessi personali siano anteposti rispetto a quelli associativi e della comunità è molto forte. E come Arci non possiamo accettarlo, nel rispetto della legge e nel bene della comunità».

Nel caso si rinnovasse l’affiliazione del circolo Bocciofila all’Arci e si riuscisse ad ottenere dal Comune la proroga almeno fino a gennaio per tenere aperto il bar e il ristorante, la vicenda non sarebbe affatto chiusa. Rimarrebbe sempre aperto il problema della concessione dell’intero immobile (palazzina e bocciodromo) oggi scaduta e fonte del contenzioso tra Comune e Società bocciofila (che è cosa diversa dal circolo Arci anche se molti dirigenti coincidono). La Società bocciofila è una cooperativa e sembra che tra i soci prevalga l’idea di scioglierla. Per questo si preparano a rivolgersi al ministero per lo sviluppo economico che invierà un commissario per la liquidazione.

A quel punto rimarrebbe solo il circolo Arci come interlocutore del Comune, ma in mezzo vi sarebbe sempre il macigno dei 251mila euro di affitti non pagati che Via Roma reclama dalla Società Bocciofila. «Noi non c’entriamo - afferma dei Cas - la concessione era alla Società Bocciofila che non ha nulla a che fare con l’Arci. Da questa vicenda abbiamo solo ricevuto un danno d’immagine».

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