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Mantova, Centri di ascolto Caritas: meno stranieri, più italiani

Ogni giorno distribuiti 50 pasti. E le famiglie sono sempre più indebitate. L’anno scorso 12mila persone hanno chiesto aiuto per situazioni di indigenza

Matteo Sbarbada
2 minuti di lettura

MANTOVA. Italiani in aumento e stranieri in calo ai centri di ascolto, una condizione femminile sempre più fragile e un aumento delle famiglie alle prese con situazioni di sovraindebitamento. Il report 2018 delle attività svolte dalla Caritas della Diocesi di Mantova in città e provincia, presentato ieri mattina nell'aula magna del seminario vescovile, tratteggia una situazione sempre molto delicata nel territorio.

Nello scorso anno sono state 4.400 le situazioni (persone singole o famiglie) incontrate dalla rete dei servizi Caritas. Il totale supera le 12mila persone. Il dato, seppur elevato rispetto alla serie storica, risulta in flessione del 4.3% rispetto all'anno precedente. Se si scinde, però, spicca il calo degli stranieri (-7.6%) e l'aumento degli italiani (+4.6%). Una tendenza che prosegue dal 2014, quando gli stranieri hanno cominciato ad abbandonare la nostra provincia a causa della crisi occupazionale.

Più alta l'età media degli italiani (45-49) rispetto agli stranieri (35-39). Le nazioni più rappresentate sono Marocco, Ghana e Nigeria. Se si passa alla situazione famigliare, si nota come sia alta la percentuale di utenti separati o divorziati. L'incidenza nelle statistiche Caritas è tre volte superiore a quella nella generalità della popolazione. Il fallimento del legame matrimoniale rappresenta, dunque, un fattore di fragilizzazione sociale che può condurre le persone in condizione di povertà.

Il profilo prevalente sono le famiglie monoreddito, mentre molto basso è il numero con le famiglie con più redditi. Questo pone al centro del dibattito la questione femminile, con la nostra provincia che fa registrare uno dei più alti tassi di disoccupazione per le donne in proporzione alle province vicine. Circa il 25% dei nuclei, inoltre, dichiara un reddito di almeno 1.000 euro mensili. Tra le particolarità che spiccano, un continuo incremento delle situazioni di sovraindebitamento, una grave emarginazione sociale adulta, con una presenza che resta ai massimi della serie storica e che tende a concentrarsi attorno al comune capoluogo, e un aumento dei bisogni in ambito sanitario, legato ad una crescente difficoltà al pagamento delle spese sanitarie.

Le risposte offerte sono molteplici. Il 97.6% delle situazioni che si sono rivolte alla rete dei centri di ascolto Caritas ha ricevuto un aiuto diretto. Per il servizio di distribuzione dei generi alimentari sono 804 mediamente le persone raggiunte ogni giorno.

Tre sono le mense sul territorio: Casa San Simone, Suzzara e Castiglione. Circa 50 le persone che usufruiscono ogni giorno del servizio, per un totale di 78 pasti medi al giorno. I servizi di guardaroba, doccia e cambio abiti sono i più diffusi, coinvolgendo 3.143 situazioni. Più di 300 le persone che accedono al servizio doccia: si tratta di utenti in stato di grave emarginazione sociale che non hanno la disponibilità di un alloggio in cui poter avere accesso ad un servizio igienico.

Non mancano servizi di aiuto economico e di microcredito sociale. Il totale delle erogazioni a fondo perduto ha toccato i 39mila euro, le erogazioni per interventi di natura finanziaria (microcredito sociale, prestito della speranza e microcredito boomerang) quota 32.500 euro. I dati sono stati presentati da Silvia Canuti e Davide Boldrini di Caritas.

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