Si rompe il treno dell’alba: soppresso in stazione e la rabbia dei pendolari
Viaggiatore intrappolato nel vagone al buio: per salvarlo interviene la polizia ferroviaria. Fiasconaro e Forattini incalzano l’assessore regionale

MANTOVA. L’odissea dei pendolari in giostra quotidiana sulla linea Mantova-Milano si arrichisce di un nuovo capitolo, l’ennesimo di una saga sfinita che non regala più alcuna nuova emozione. La vera sorpresa sarebbe la puntualità a bordo di treni efficienti. E invece. A inchiodarsi, ieri mattina, è stato il Vivalto in partenza dalla stazione di piazza Don Leoni alle 6.41, piena ora di punta. Treno mai partito. Annunciato prima con un ritardo di 60 minuti e poi tragicamente soppresso. Chi è riuscito a rimediare uno strappo fino a Cremona ha potuto ripiegare su un regionale assemblato con altro “materiale rotabile”, come si dice in gergo ferroviario, ma a Milano ci è arrivato comunque in ritardo.
Ennesimo disservizio, questo sulla Mantova-Milano, che ha avuto anche un risvolto d’ansia per un pendolare salito a bordo del Vivalto rotto, imprigionato per venti minuti nel vagone vuoto e buio. «Soffro di claustrofobia e quando mi sono ritrovato solo, con le porte bloccate, mi sono sentito malissimo» racconta Vanni Mantovanelli, ex assessore e consigliere comunale di Castelbelforte. A salvarlo è stato un agente della polizia ferroviaria, che ha risposto alla seconda richiesta d’aiuto per telefono.
«Mi ha chiesto dove mi trovavo e pochi minuti dopo l’ho visto entrare assieme a un controllore – riferisce Mantovanelli – l’ho abbracciato e lui mi ha detto sa che ha salvato il treno? Non so cosa intendesse dire, ma gli sono molto riconoscente. Il controllore si è scusato e mi ha spiegato che potevo schiacciare non so quale pulsante. Resta il fatto che è incredibile che io sia rimasto dentro quel vagone sigillato e al buio, senza che nessuno del personale abbia pensato di fare un giro per verificare se qualcuno fosse rimasto bloccato ».
Sull’onda dell’ennesima soppressione intervengono i consiglieri regionali del Pd Antonella Forattini e Matteo Piloni (Cremona): «La Regione deve chiarire a quali linee saranno destinati i 176 treni acquistati, anche perché la delibera dello scorso maggio, relativa al programma di acquisto di materiale rotabile per il servizio ferroviario regionale per gli anni 2017-2032 indica una tipologia di treni che non risulterebbero compatibili con la composizione attuale della linea Milano-Cremona-Mantova, in quanto, per esempio, ne ridurrebbero i posti a sedere, quindi un chiarimento è urgente».
Alla carica anche il consigliere-pendolare Andrea Fiasconaro (Movimento 5 Stelle), secondo il quale l’episodio di ieri «sommato ai ritardi e ai disservizi che quotidianamente e su diverse linee gestite da Trenord si verificano, dimostra l’incapacità di gestione e di garanzia di un servizio decente ai cittadini ormai stremati da queste carenze. L’assessore sempre pronto a scaricare le colpe su altri, dovrebbe prima di tutto dare un’occhiata a “casa propria”. I mantovani e tutti i pendolari non meritano tutto questo».
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