mantova. La responsabilità è diluita, l’incidente è la somma di diverse cause, una concatenazione sfortunata con un finale fortunato (date le circostanze). Queste la conclusioni a cui è approdata la commissione tecnica voluta da Apam per ricostruire la dinamica della caduta della studentessa 17enne dall’autobus 8C, la mattina del 31 ottobre.
A indagini concluse, l’azienda interviene a ricostruire l’episodio e a smentire alcune dichiarazioni a caldo, sull’onda della preoccupazione. Punto primo: non è vero che l’autobus fosse sovraffollato, c’era ancora spazio per altre 15 persone, ma, come spesso accade, la distribuzione dei passeggeri eri disomogenea. «È questo un punto importantissimo – si legge in una nota – poiché Apam tiene molto a sottolineare la propria attenzione per le normative di sicurezza». Soprattutto per le capienze.
La responsabilità è diluita perché il dispositivo che blocca l’autobus quando le porte sono aperte (un interruttore al posto di guida) è risultato disattivato. Morale, l’azienda ha tratto spunto dall’episodio per richiamare l’attenzione degli autisti, e sta valutando «la possibilità di dotare il parco mezzi di un sistema integrato di visione delle porte a cruscotto». Sarà anche avviata «una campagna informativa per sensibilizzare gli utenti ad occupare tutti gli spazi liberi a bordo autobus per facilitare la salita/discesa dei passeggeri». —