Nella Bassa consigli comunali divisi sulla cittadinanza alla senatrice Segre
A Pegognaga dopo una lunga polemica la proposta viene approvata, a Schivenoglia il punto è stato bocciato tra l'indignazione della minoranza
Vittorio Negrelli
MANTOVA. La questione della solidarietà alla senatrice a vita Liliana Segre, superstite all'Olocausto, dive i consigli comunali della Bassa. Quello di Pegognaga ha votato all’unanimità l’ordine del giorno dei “Civici Uniti” a sostegno e solidarietà alla senatrice, invitando il sindaco Matteo Zilocchi a conferirle la cittadinanza onoraria del Comune. Sulla questione, che è stata al centro di polemiche e prese di posizione sui social e la stampa, solleciti e mobilitazione con la raccolta di firme della minoranza “RiAttiviamo Pego”, alla fine c’è stata una convergenza unitaria sui principi e i valori testimoniati dalla Segre, nonostante il vivace dibattito fra le parti e la diatriba sulla priorità dell’iniziativa.
Il testo, presentato dal capogruppo di maggioranza Stefano Schivi, recita fra l’altro: «Considerato che la proposta della senatrice Segre di istituire una commissione per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, intendeva essere un atto politico senza alcuna distinzione di appartenenza politica in quanto patrimonio culturale e sociale dell’Italia; che la diffusione di messaggi e campagne di odio e violenza ai danni delle minoranze costituiscono un pericolo per la democrazia e il vivere civile; il consiglio comunale accogliendo l’invito del presidente Mattarella a non abbassare la guardia e non sottovalutare i tentativi che negano o vogliono riscrivere la storia, esprime sostegno e solidarietà alla senatrice a vita Liliana Segre e piena condivisione sul contrasto ai fenomeni di intolleranza, razzismo e antisemitismo. Il consiglio chiede al sindaco di conferire la cittadinanza onoraria a Liliana Segre, con il coinvolgimento della senatrice in favore di una iniziativa rivolta alle scuole dell’Istituto Comprensivo di Pegognaga».
Tutt'altra situazione a Schivenoglia, dove a sorpresa non passa in consiglio comunale la mozione proposta dall’opposizione. «Siamo rimasti basiti, esterrefatti - spiega il capogruppo di “Territorio Comune”, Paolo Oppini-. Pensavamo di avere presentato una proposta che avrebbe raccolto l’unanimità, come accaduto ad esempio nel capoluogo di Mantova e che avrebbe superato ogni divergenza politica o di opinione, interpretando il sentire comune dei nostri cittadini. Invece ci siamo visti bocciare la proposta. Una vicenda paradossale della quale ci siamo sinceramente vergognati per l’immagine negativa data al paese».
La mozione era stata illustrata dall’ex sindaco Giuseppe Magotti e ricalcava le tante mozioni che in questi ultimi giorni sono state approvata da numerosi Comuni in Italia. «Purtroppo - conclude Oppini - qui ha prevalso una logica strumentale, solo politica, che non ha guardato alla sostanza». In consiglio la risposta alla mozione è venuta da Arianna Monelli, consigliere della maggioranza: «Abbia studiato a fondo la questione - spiega -. E anche come è stata trattata. Da questione parlamentare è finita ben presto nei dibattiti sui social. Ma per sgombrare il campo dal fenomeno mediatico, ci siamo riferiti a quanto detto da Dario Venegoni, il presidente degli ex deportati. Che ha definito la cittadinanza onoraria una “facile scorciatoia”. Siamo d’accordo perché, più che la cittadinanza, che ha senso in Comuni rappresentativi, un piccolo paese come il nostro deve avere la forza di proporre iniziative contro la discriminazione e l’odio. E questo è il nostro impegno come amministrazione».
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