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Tregua tra i sindaci ribelli e Tea: «Noi rimaniamo sempre all’erta»

Assemblea fiume sulle linee guida del nuovo piano industriale: sotto la lente il legame col territorio

Igor Cipollina
2 minuti di lettura

MANTOVA. Una pioggia d’interventi che ha dilato il tempo dell’assemblea fino alla durata di quattro ore. Non un’assemblea qualsiasi, ma la presentazione ai soci delle linee guida del piano industriale 2020/2024 di Tea, che nei giorni scorsi ha acceso un aspro dibattito e aperto un fronte interno, con cinque sindaci allarmati dallo sfilacciamento del legame con il territorio. Ad alimentare i timori, la formula usata dall’amministratore delegato Mario Barozzi per annunciare un cambio di paradigma necessario: da “essere al servizio di” a “vendere un servizio a”. Formula interpretata come un ossequio all’imperativo dell’utile.

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Tea investirà quasi 300 milioni, l'ad Barozzi: crescere è un obbligo]]

I sindaci ribelli

Tant’è che nell’ordine del giorno dell’assemblea (sollecitata da una quindicina di Comuni), era stato inserito un punto sul mantenimento o meno dell’oggetto sociale di Tea, che subordina i servizi offerti «a esigenze pubbliche e di sviluppo del territorio». «Tutto risolto» assicura in coda il presidente Massimilano Ghizzi, confermando un investimento di 300 milioni spalmato sui prossimi cinque anni. «È stato ribadito che la mission aziendale è vendere servizi al territorio – risponde il sindaco di Borgo Virgilio, Francesco Aporti – Se sono confortato? Sì, ma rimango all’erta perché queste sono linee guida e io attendo di leggere il piano industriale per come sarà approvato dal consiglio d’amministrazione».

Pilastri e obiettivi

Quattro i pilastri su cui poggia il piano industriale di Tea per i prossimi cinque anni – come riporta una nota diffusa in tempo reale, ad assemblea appena conclusa – crescita, innovazione, efficienza e risorse umane. Sei gli obiettivi: «Consolidare il ruolo e il posizionamento in ambito provinciale; perseguire sviluppi mirati in territori limitrofi; accelerare la crescita organica nei business a maggior valore aggiunto; sviluppare e implementare innovazione nei servizi, negli strumenti e nei modelli operativi; perseguire l’eccellenza nella qualità dei servizi svolti sul territorio per pubbliche amministrazioni, imprese e cittadini, svolgendo il ruolo di volano per lo sviluppo del tessuto locale; ottimizzare il portafoglio attività gestite e il profilo rischio/rendimento».

I progetti

Tra i principali progetti, l’impianto a biometano di Pieve di Coriano (verso un’economia circolare), per un investimento di 26 milioni, che tratterà la frazione organica del rifiuto solido urbano (forsu) e il verde, con un taglio di anidride carbonica fossile pari a 6mila tonnellate annue. Previsti anche interventi per il miglioramento ambientale del servizio idrico, come l’ammodernamento e il rifacimento di 15 depuratori in gestione. Sempre in tema di riduzione di C02, secondo gli obiettivi stabiliti dall’Unione europea, Tea punta sulla cogenerazione ad alto rendimento: «In programma il potenziamento del servizio attraverso l’installazione nei prossimi 5 anni di ulteriori 11 Megawatt elettrici, corrispondenti alla realizzazione di 7-8 nuovi impianti». Impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili in grado di alimentare piccole reti al servizio di quartieri o comunità circoscritte: a San Benedetto Po, ad esempio, il teleriscaldamento funziona con gli sfalci.

Il presidente

«Abbiamo sempre più coscienza del fatto che dalla stretta collaborazione con il territorio, con ogni singolo sindaco e Comune, può nascere una capacità di visione, di progettazione e di consolidamento di valori in grado davvero di traguardare il prossimo decennio – il commento di Ghizzi – Il nostro ruolo di utility sta profondamente cambiando: da società erogatrice di servizi a cittadini, istituzioni e imprese, a soggetto capace di mettersi al fianco di comuni e industria per favorire tutte le azioni necessarie a rendere sempre più attrattivo il nostro territorio». Da quali prospettive? «Dello sviluppo economico, della sostenibilità, della valorizzazione del patrimonio pubblico, della capacità di guardare con competenza alle sfide lanciate dal mondo dell’innovazione». 


 

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