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Dal reduce alla preside: l’albo dei benemeriti ha i primi cinque nomi

Emozionante cerimonia per la consegna degli attestati. C’erano nove candidati in lizza. Il sindaco: scelta difficile

Vincenzo Dalai
1 minuto di lettura

PORTO. Emozione e commozione, ieri, alla consegna degli attestati di benemerenza civica, nella sala di piazza della Pace. Cinque i premiati su nove candidature. Il sindaco Massimo Salvarani ha spiegato come la commissione incaricata «ha effettuato scelte dolorose, tutti erano meritevoli». Poi, con speaker Roberto Mari, presidente del consiglio comunale (per l’occasione presente al completo), via ai riconoscimenti.. Il primo ad inaugurare l’albo dei benemeriti, appositamente costituito, è Antonio Gaioni, lunga militanza nella Pro Loco, deceduto nel 2004 a 77 anni, ricordato soprattutto per il libro “Un Comune chiamato Porto”, quasi 300 pagine di storia sin dal periodo etrusco. «Oggi è come riaverlo con noi» ha detto il nipote Luca. Un lungo applauso con tutti i presenti in piedi per Orazio Dalai, 96 anni, tra i pochi rimasti a testimoniare gli orrori dell’ultima guerra. «Un campione di cuore e coraggio» lo ha definito il consigliere comunale Andrea Licon. E Orazio con lucidità ha raccontato: «All’indomani dell’8 settembre 1943 mi catturarono i tedeschi, eravamo in 80 su un carro bestiame da Lubiana ad Amburgo, piombati dentro per dieci giorni. Era solo l’inizio di un anno e mezzo di campo di concentramento prima e di lavori forzati poi». Da ultimo nel 1945 finì in Olanda costretto a svitare la testata esplosiva di 850 chili alle V1 sabotate.

Padre Corrado Dalmonego non era presente, per lui hanno ritirato attestato e medaglia i genitori Aldo e Jacqueline. Dopo aver presenziato al Sinodo sull’Amazzonia su invito di papa Francesco, il missionario della Consolata è tornato la scorsa settimana in Brasile dove da 13 anni vive con le tribù Yanomami. Il fratello Aldo ha letto un suo messaggio: «Il premio non è per me, ma per questo popolo che vive in un clima di tensione, perseguitato dalle violenze». Per Stefano Pernigotti, presidente della Latteria Sociale, morto ad agosto a soli 58 anni, secondo riconoscimento alla memoria, il sindaco Salvarani ha avuto parole di stima: «Un vero esempio: ha lavorato con disponibilità e sensibilità nei confronti della nostra comunità». E Guido Venturi, consigliere della Latteria: «Anche con il terremoto del 2012, quando avevamo 130mila forme a terra su 260mila, lui ha trasmesso a tutti forza e tenacia».

Infine la dirigente scolastica Maria Cristina Accordi, in quiescenza da settembre dopo 12 anni alla guida dell’Istituto Comprensivo di Porto, uno dei più popolosi: «Ha lasciato un’impronta indelebile per competenza, passione e progettualità condivisa con il territorio».

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