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Salvini al telefono lancia il candidato Rossi e promette: "Saremo sempre con le imprese"

Il No tax day della Lega al Mamu vede sul palco molti big della Lega: Borghi, Rolfi e Galli se la prendono con l’Europa

Sandro Mortari
2 minuti di lettura

MANTOVA. Salvini si fa sentire per telefono al “No tax day” di Mantova, manifestazione ombelico della protesta leghista contro le tasse della bassa Lombardia, da Cremona a Brescia, che fa il paio con quelle di Lecco e Milano. «Sono in aeroporto e mi scuso per questo collegamento alla buona» dice il “capitano” con voce squillante che irrompe a sorpresa nella sala del Mamu, mentre sta parlando l’assessore regionale Rolfi. Ringrazia i presenti per aver dedicato un sabato pre natalizio «al futuro di Mantova e dell’Italia».

Poi entra nel merito del dibattito politico degli ultimi giorni. «Stiamo vivendo un momento drammatico con un governo che fa finta che non ci sia la crisi economica e che nel Mantovano non ci sia la crisi del settore della calza. Saremo i cani da guardia, non lasceremo perdere nemmeno un’impresa» aggiunge riferendosi al suo recente intervento contro il ministero dello sviluppo economico che ha negato un tavolo sul difficile momento che sta vivendo il settore della calzetteria.

E ancora: «Stiamo costruendo un futuro ricco di proposte, ma abbiamo la sinistra, le piazze contro. Mi chiedo come possa un governo inventarsi nuove tasse, togliere gli incentivi alle imprese, si vede che qualcuno le odia. Noi, invece, metteremo sempre al centro le imprese e per il rilancio dell’economia manterremo la parola data». Conclude con un impegno solenne, quello di venire presto a Mantova: «Mi piacerebbe che il prossimo sindaco fosse della Lega e del centro destra».

Gli applausi risuonano nella sala ottagonale e investono direttamente il candidato alla prima poltrona di Via Roma, Stefano Rossi, seduto in platea. Poco prima aveva ricevuto l’investitura ufficiale del popolo leghista con altri applausi scroscianti non appena il segretario provinciale Antonio Carra, dal palco, lo aveva indicato alla gente. «La Lega - aveva sottolineato - ha espresso il suo candidato, Rossi, condiviso per ora solo da Fratelli d’Italia e da una lista civica. Sicuramente anche Forza Italia si aggregherà in un secondo momento».

Lui, Rossi, ha risposto ai saluti e agli incoraggiamenti, ma non è intervenuto, preferendo per ora il basso profilo.

La scena l’ha lasciata agli altri oratori. L’assessore regionale all’agricoltura Fabio Rolfi cita Churchill: «Per noi le imprese sono il cavallo che traina il paese, non la tigre da ammazzare o la mucca da mungere». Si scaglia contro la plastic tax e la sugar tax che «un governo di stupidi» ha pensato di istituire con l’unico risultato di «mettere fuori mercato le aziende» o di «distruggere l’unico zuccherificio rimasto in Italia e farci importare dall’estero tutto lo zucchero».

Tasse poi rinviate «perché ci sono le elezioni in Emilia vicine». Conclude, quindi, che «un progetto per l’economia italiana non può prescindere da uno shock fiscale», ricordando che la Lega è «per le infrastrutture» e che «la Pac va difesa in Europa tirando fuori gli attributi».

Di Europa matrigna per l’Italia ha parlato il presidente della commissione bilancio alla Camera, Claudio Borghi, noto leghista euro-scettico. «Il deficit - dice - è la spinta che lo Stato può dare per rilanciare l’economia, ma l’Europa non ce lo fa fare perché non ha alcun interesse a che l’Italia vada bene economicamente. L’Europa favorisce l’invasione di prodotti cinesi e indiani... Questo sistema è stato fatto apposta per danneggiarci».

E puntualizza: «La regola assurda europea vuole che ogni anno il deficit scenda, e per questo si mettono le clausole di salvaguardia. Ma noi - ripete - avremmo bisogno di più deficit: il nostro governo, amicissimo dell’Europa, ha contrattato il 2,2%; la Francia, però, ha il 3,2%, noi siamo c...». E conclude che con la legge di bilancio «saranno 7 i miliardi in più che pagheremo di tasse».

Sul palco, prima del deputato Dara, della consigliera regionale Cappellari e dell’ex ministro Galli, si sono alternati anche i rappresentanti di Cna, Randon, Confartigianato, Capelli e Distretto della calza, Gallesi. Tutti hanno evidenziato l’alta pressione fiscale e la troppa burocrazia che soffocano le imprese. Un grido d’allarme, insieme alla mancanza di infrastrutture («vogliamo la Mantova-Cremona, il raddoppio della ferrovia per Milano e il rilancio del porto di Valdaro») che la Lega ha mostrato di aver accolto. Così come l’appello del sindaco di Cavriana, Cauzzi, di aiutare l’agricoltura e i piccoli Comuni.

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