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Artigiano in coma a Barbados, i soldi ci sono ma il rientro slitta

La gara di solidarietà non sblocca la situazione: mancano ancora le autorizzazioni. In campo il ministro Elena Bonetti e la Farnesina. Gli amici: continuate ad aiutarci

Sandro Mortari
2 minuti di lettura

MANTOVA. È una gara di solidarietà quella che si è scatenata ieri a Mantova per riportare a casa Cristian Di Marco, l’artigiano 43enne di San Giorgio in coma da lunedì 23 dicembre  scorso all’ospedale Queen Elizabeth di Bridgetown, capitale di Barbados, dopo un malore, di cui ancora non si conosce l’origine, che lo ha colpito mentre era in vacanza con la famiglia.

Sul conto corrente aperto dal padre Tiziano alla banca Mps in poche ore sono affluiti i soldi necessari per allestire un’aeroambulanza in grado di trasportare Cristian in Italia per poi essere ricoverato in un ospedale più attrezzato e sottoposto ad esami specialistici che, lamentano i familiari, finora sono mancati. Solo così si potrà conoscere la natura del malore e agire di conseguenza.

Il bonifico ad Europ assistance, la società di assicurazione che dovrà organizzare il trasporto, è arrivato poco dopo le 16 di venerdì 27 dicembre, ma ciò non è bastato a sbloccare la situazione. «Mancano ancora delle firme sulle carte per autorizzare il volo, per cui non sappiamo dire quando potrà partire» dice Luca Pongiluppi, l’amico del cuore che sta seguendo in prima persona il rientro di Cristian.

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Non bisogna abbassare la guardia raccomandano gli amici e, soprattutto, bisogna continuare a donare in Mps sull’Iban di papà Tiziano: IT88X0103011504000010173335. Serve una cifra che varia tra i 130mila e i 160mila euro (Cristian non aveva stipulato l’assicurazione per il viaggio e la famiglia, sul momento, non disponeva di una cifra simile). Il minimo, tra donazioni e fido bancario è stato raggiunto, ma l’ammontare esatto della spesa sarà determinato solo dalle reali condizioni dell’imprenditore, dalla sua reazione una volta in volo e, quindi, dalle cure necessarie.

Al suo capezzale si alternano mamma Graziella, papà Tiziano e la moglie Federica che deve pure badare ai due figli di 16 e 19 anni. Sono tutti molto provati, ma resistono: si fanno coraggio l’una con l’altro e, spalleggiati dal console italiano a Barbados, Paola Baldi, cercano di far di tutto per riportare Cristian a Mantova. Purtroppo, la burocrazia è un ostacolo in più da superare.

Europ assistance ha fatto sapere di essere in grado di allestire il volo di rientro solo da domenica 29 dicembre  (l’aeroambulanza arriva dagli Stati Uniti) e che i familiari dovranno salire su un aereo di linea. Il tempo stringe e bisogna accelerare il più possibile. Venerd' 27 dicembre  è intervenuto anche il ministro per la famiglia Elena Bonetti, mantovana; appena ha saputo della vicenda si è messa in contatto con Laura Lorelli, l’amica di Graziella che è riuscita a far avere ai familiari la cartella clinica di Cristian, a lungo negata dai medici locali: «Le ho spiegato i ritardi - dice Laura - e il ministro mi ha assicurato che avrebbe parlato con il ministro degli esteri Di Maio per superare gli intoppi». Già l’unità di crisi della Farnesina sta seguendo da vicino il caso.

Intanto venerdì 27 dicembre  alle 22, ora italiana (le 17 a Barbados), la moglie Federica aveva il volo per rientrare in Italia e mettere a punto le ultime cose in attesa dell’arrivo di Cristian. L’aeroambulanza atterrerà a Verona (anche se ancora non si sa quando) dove un’ambulanza, o un’eliambulanza (si deciderà in base alle condizioni del paziente) lo attenderà per trasportarlo all’ospedale di Brescia o al Poma. Entrambi i nosocomi sono pronti ad accoglierlo e anche in questo caso la decisione verrà presa solo all’ultimo minuto.

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