Femministe all’attacco: «Consultori a rischio»
L'8 gennaio il movimento invita tutti all'assemblea nello spazio di strada Chiesanuova 10per costruire una mobilitazione per la difesa e il potenziamento delle sedi in provincia

MANTOVA. Il tema dei consultori pubblici torna ad accendere il dibattito, dopo la vivace polemica per le chiusure estive in serie (e relativi disagi).
A puntare l’indice è il movimento femminista “Non una di meno”, che invita tutte e tutti alla prima assemblea del 2020, l’8 gennaio alle 18 nello spazio di strada Chiesanuova 10: «per discutere insieme su come costruire una mobilitazione per la difesa e il potenziamento dei consultori».
In direzione contraria rispetto a quanto sta accadendo secondo “Non una di meno”, che denuncia «il lento smantellamento dei consultori pubblici mantovani». A riaccendere la miccia è stato il trasloco del consultorio di Poggio Rusco a Ostiglia, motivato con l’esigenza di abbandonare l’ex ospedale non più agibile secondo la nuova normativa sugli edifici nel cratere sismico.
«In sette mesi la direzione dell’Asst ha parlato di “chiusure temporanee”, “ristrutturazioni”, “mobilità”, “rimodulazione dei servizi”. La realtà è ben diversa – sostengono le attiviste il movimento – per la seconda volta in un anno, nel pieno delle vacanze natalizie, l’azienda chiude il consultorio di Poggio Rusco e riduce l’attività nei consultori di Roverbella, Goito, Bozzolo e Asola per mancanza di personale». Morale, per “Non una di meno” è in atto «un piano chiarissimo di svuotamento e chiusura dei consultori». Presidi irrinunciabili con i loro servizi di assistenza alla donna, ai e alle giovani, e alla famiglia.
Alle visite mediche ginecologiche e pediatriche si affiancano, tra l’altro, il sostegno psicologico all’individuo, alla coppia o al nucleo familiare, la consulenza professionale e le informazioni a proposito di procreazione responsabile, contraccezione e fertilità, e le consulenze sull’interruzione volontaria di gravidanza.—
I commenti dei lettori