Allerta terrorismo: sotto vigilanza stazioni e sedi istituzionali
Dopo il raid Usa a Baghdad che ha provocato la morte del generale iraniano Soleimani

MANTOVA. L’allarme è scattato dopo la notizia del raid americano a Baghdad che ha provocato la morte del generale iraniano Qassam Soleimani. Il timore del ministero, peraltro diffuso nell’opinione pubblica, è che il riaccendersi delle tensioni internazionali risvegli un rigurgito di terrorismo di matrice islamica, non solo diretto agli Stati Uniti ma anche ai suoi alleati e a tutto l’Occidente.
Ed ecco che, su indicazione del Viminale, dalla questura è partita un’ordinanza che allerta le forze di polizia. Parola d’ordine: alzare il livello di attenzione e intensificare i servizi di controllo del territorio, in particolare sui cosiddetti obiettivi sensibili. Vale a dire che alle pattuglie di polizia di Stato, carabinieri, guardia di finanza e polizie locali spetterà la vigilanza di tutti quei siti che potrebbero finire nel mirino di un ipotetico attentato terroristico.
Tra gli obiettivi sensibili ci sono chiese, sinagoghe e altri luoghi religiosi, sedi istituzionali (come i municipi e la prefettura, ad esempio), centrali elettriche, acquedotti, stazioni ferroviarie, sedi di forze armate e di polizia. A questo livello di allerta non è previsto il presidio permanente degli obiettivi sensibili ma solo la cosiddetta vigilanza dinamica, vale a dire frequenti passaggi e periodiche soste delle pattuglie. Questo in linea generale. Ma l’allerta relativa all’ipotesi di una minaccia terroristica prevede anche altre disposizioni. Come quella, rivolta agli investigatori della Digos, di incrementare il monitoraggio su persone già attenzionate, a scopo preventivo.
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