«I ragazzi con disabilità senza strutture di sollievo»
A lanciare l’allarme una famiglia di Campitello che chiede aiuto per la figlia: «Basterebbero pochi letti anche a pagamento da richiedere al bisogno»
Riccardo Negri
CAMPITELLO (MARCARIA). Nel distretto viadanese non esistono strutture di sollievo in grado di accogliere giovani e adulti con disabilità grave. Una carenza pesante per famiglie che già devono far fronte a una situazione faticosa. Da qui l’appello: «Ci piacerebbe ci si sedesse intorno a un tavolo, per cercare di trovare una soluzione». A lanciarlo sono Mauro Taffelli e Tiziana Portioli, di Campitello, mamma e papà di Sonia.
La ragazza, 28enne, è invalida al 100 per cento: dalla nascita non può essere lasciata sola un istante, in quanto ha necessità di assistenza continua per mangiare, per l’igiene, per gli spostamenti, e per ogni più semplice esigenza quotidiana. Dalla maggiore età frequenta il centro diurno gestito dalla cooperativa La Stazione a Castellucchio: una sorta di scuola che permette agli utenti di socializzare e di mantenere e sviluppare le capacità residue, garantendo altresì alle famiglie un preziosissimo appoggio.
Negli orari di chiusura del centro - la sera e nei fine settimana - Sonia torna naturalmente in famiglia; e sono mamma e papà a dover pensare a tutto, supportati per fortuna dal nonno, il padre di Tiziana, che è ancora in gamba nonostante le 91 candeline spente. Per alcuni anni, i Taffelli hanno usufruito in qualche occasione dei cosiddetti “servizi di sollievo” offerti dalle cooperative San Lorenzo e Agorà: «Quattro o cinque volte l’anno, pagando un corrispettivo, per il fine settimana abbiamo lasciato Sonia in queste strutture attrezzate». Una scelta presa dai genitori per tirare un attimo il fiato, o per far fronte a particolari impegni famigliari, ma che è risultata utile anche alla figlia, a cui si è data l’opportunità di rimanere più a lungo inserita in un contesto a lei adatto. . Da alcuni mesi, tuttavia, sul territorio non vengono più offerti servizi del genere. «L’Agorà di Casatico – spiegano i Taffelli – accoglie solo in residenziale: Sonia dovrebbe cioè trasferirsi definitivamente in struttura, mentre noi pensiamo di poterla tenere ancora a casa, almeno sino a ché le forze ce lo consentiranno (i coniugi sono sulla sessantina; ndr)».
L’assenza di posti idonei a rispondere a esigenze temporanee costituisce un problema serio: «Per Sonia è un’opportunità di socializzazione in meno. Per noi significa non poter mai prendere un momento di riposo, o non sapere come far fronte a eventuali emergenze».
Esistono in verità strutture attrezzate, ma sono tutte decisamente lontane da Campitello. «E i servizi sociali del Comune di Marcaria ci hanno confermato che non siamo soli, che altre famiglie vivono tale difficoltà». Probabilmente il problema è dato dal fatto che l’attivazione di questo genere di servizio è meno remunerativa per le cooperative, oltre che sottoposta a numerosi paletti normativi e burocratici. «Ma basterebbero pochi letti, da mettere a disposizione al bisogno su richiesta degli utenti». Non c’è la pretesa che questi posti siano gratuiti: male che vada, le famiglie possono utilizzare l’accompagnamento e la pensioncina percepita dai ragazzi. «Abbiamo intenzione di contattare altri genitori: vorremmo unire le forze, stimolare chi di dovere e vedere se è possibile riuscire a trovare una soluzione».
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