Il sindaco di Mantova: "L’azienda si fermi". M5S: "Ricatto inammissibile"
Palazzi vede l’emissario di Zago e lo rassicura circa i tempi della conferenza. Gli anti-inceneritore: "Hanno già deciso di concedere il raddoppio della produzione"
Sandro Mortari
MANTOVA. Un «ricatto inammissibile». È questa la reazione di una parte del mondo politico e del comitato civico anti inceneritore all’annuncio di Pro-Gest ai sindacati di voler licenziare la cinquantina di dipendenti della cartiera. Un ricatto che arriva il giorno prima della conferenza di servizi in Provincia (che si riunisce oggi), chiamata a decidere sulla concessione o meno del raddoppio produttivo dopo la rinuncia dell’azienda all’inceneritore. Un modo di far pressione inaccettabile, aggiungono tutti.
I sindacati, dopo l’incontro di mercoledì sera 15 gennaio, tengono una posizione di attesa ed evitano commenti che potrebbero interferire con la conferenza di servizi. Ieri, però, è stato compiuto un passo importante: l’invio della richiesta in prefettura per aprire un tavolo di crisi. Anche l’azienda, dopo l’annuncio shock, preferisce tacere. Del resto, quello che aveva da dire lo aveva già detto ai segretari di Cgil, Cisl e Uil.
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Pensava di ottenere il via libera a produrre il doppio entro il 31 gennaio ma visto che a metà gennaio l’iter è ancora in corso ha detto basta. Senza quel raddoppio l’azienda non è in grado di far fronte agli investimenti messi in campo per far ripartire la cartiera. Il rischio, inoltre, è quello di trasformare la fabbrica sospesa di Nervi in una cattedrale nel deserto: nessuno, infatti, secondo Pro-Gest acquisterebbe uno stabilimento ridotto alla metà della sua capacità produttiva, mettendo, quindi, una pietra sopra alle voci di possibile vendita ad un gruppo francese.
Si è mosso, invece, il sindaco Mattia Palazzi che ieri ha incontrato il procuratore speciale di Pro-Gest, Damiano: «Ho formalmente chiesto - riferisce il primo cittadino - di non dar corso ai licenziamenti in quanto le procedure autorizzatorie sono regolarmente e pienamente in corso. Domani (oggi, ndr.) c’è la conferenza sulla valutazione ambientale con gli enti pubblici e l’azienda Pro-Gest. La conferenza prevede la presentazione pubblica del nuovo progetto, con la rinuncia dell’inceneritore. Rinuncia formalizzata dall’azienda e di cui ho avuto conferma anche nell’incontro con Damiano. Tale rinuncia, come abbiamo già detto, va incontro a quanto da noi atteso e chiesto e alle aspettative dei mantovani». Rassicura la controparte: «La conferenza dei servizi, nel rispetto pieno delle norme, non avrà tempi lunghi. La Provincia ha già stabilito in tal senso un calendario preciso».
Si fanno sentire anche gli anti inceneritore. A cominciare dai Cinque Stelle, il deputato Alberto Zolezzi e il consigliere regionale Andrea Fiasconaro. «Questo continua ad essere un ricatto bello e buono mascherato da finto vittimismo da parte dell’azienda. Inoltre, questa sembra anche una pressione non tanto velata sulla conferenza di servizi a cui dovranno essere ammessi i referenti dei comitati e a cui dovrà essere ammessa la legalità e la tutela ambientale a Mantova. Pro-Gest si rivela ancora una volta inaffidabile anche per i lavoratori».
Va giù duro anche il comitati anti-inceneritore. Per il presidente Michele Annaloro, capogruppo dei Cinque Stelle in Comune, «l’azienda sta facendo una sorta di ricatto sociale quando, invece, ha commesso tanti errori e si è penalizzata da sé. Non può scaricare le sue responsabilità sui lavoratori, a cui diamo la nostra solidarietà». Ne ha anche per il sindaco Palazzi: «In aula, il 20 dicembre, ha detto che se non c’è raddoppio non c’è produzione. In pratica, ha fatto sapere che hanno già deciso. Inaudito. Eppure, Zago potrebbe produrre in maniera moderna e rispettosa dell’ambiente. Confindustria si chieda perché non lo fa».
Anche il segretario del comitato Giuliano Longfils, consigliere comunale di Forza Italia, interviene: «L’inceneritore è stato messo come merce di scambio ed è un ricatto inammissibile. Zago sta premendo sul Comune e l’opinione pubblica. La conferenza di servizi si deve fermare: il Comune, il Parco del Mincio e il ministero dell’Ambiente sono parti offese nel procedimento che la magistratura ha aperto contro Pro-Gest e, quindi, non dovrebbero trattare con essa».
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