Mantova, ascensore fuori uso da un mese: anziana imprigionata in casa
La donna, 89 anni, si muove in carrozzina e abita nel palazzo di via Veneto a Lunetta. I parenti: «Situazione grave, non lo riparano perché qualche inquilino non paga». I condòmini usano l’impianto di un altro edificio collegato, ma lei non può utilizzarlo
Nicola Corradini
MANTOVA. Si chiama Irma e ha 89 anni. E si trova imprigionata da quasi un mese nel suo appartamento al terzo piano di un condominio di Lunetta, dove vive da sola. Motivo? Banale, ma tremendo: il 20 dicembre si è rotto l’ascensore del palazzo e, per il momento, nessuno l’ha riparato. Per gli altri condòmini è un disagio, per lei è molto peggio: perché Irma si muove in casa con la stampella, ma quando esce (magari per una visita medica) deve ricorrere a una carrozzina e all’aiuto di qualche familiare. Ma da quando l’ascensore è rotto, non può uscire di casa: perché con quella carrozzina non può affrontare le scale.
A raccontarci la sua storia sono i parenti più stretti, che la seguono e le stanno vicini in appartamento perché è solo parzialmente autosufficiente. «È una situazione terribile e davvero irritante – spiega un parente – gli altri inquilini utilizzano l’ascensore del palazzo vicino, che possono raggiungere tramite un corridoio. Ma per raggiungere il corridoio è necessario affrontare una scalinata di una ventina di gradini. Un ostacolo troppo arduo per una anziana su una carrozzina. Non solo. Quell’ascensore è più piccolo e la carrozzina non può starci. Dal 20 dicembre, insomma, lei non può uscire di casa».
Il condominio si trova in via Veneto 7. È nella famosa “stecca” di Lunetta, una serie di palazzi collegati tra loro da passaggi e corridoi. Si trova in una delle zone più vecchie del quartiere. Questi palazzi sono stati costruiti almeno una quarantina di anni fa . I collegamenti tra i condomini danno la possibilità agli inquilini del civico 7 di utilizzando l’ascensore del civico 9.
Ma perché l’ascensore è ancora non funzionante? È passato ormai quasi un mese da quando un corto circuito o qualcosa del genere ha mandato fuori uso l’impianto. Era anche scoppiato un incendio ed erano dovuti intervenire i vigili del fuoco. L’inquilina che aveva dato l’allarme non era entrata nell’abitacolo solo perché il suo cane si era rifiutato di varcare la soglia. Vale la pena precisare che non si tratta di una casa popolare di proprietà pubblica.
«Noi abbiamo subito informato l’amministratore del palazzo – spiegano i parenti di Irma – ma eravamo ormai a ridosso delle vacanze di Natale e quindi era improbabile intervenire in tempi rapidi. Sembrava che dovessero farlo dopo l’epifania, ma non è avvenuto. L’amministratore ci ha detto che occorreva attendere l’assicurazione. Ora ci è stato confessato che l’intervento non può essere fatto perché non tutti gli inquilini sono disposti a versare soldi per pagare i tecnici. Questa situazione è assurda. Irma deve fare due visite all’ospedale nei prossimi giorni, ma non riusciamo a farla uscire. Non è possibile essere ostaggi nella propria casa per un ascensore rotto». —
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