In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

A Mantova troppi procedimenti non chiusi

Ma per il presidente della Corte d’Appello c’è un motivo: la forte carenza di personale e magistrati negli ultimi tre anni

dall'inviato Giancarlo Oliani
2 minuti di lettura


BRESCIA. «Il sistema penale è in crisi. Ci troviamo di fronte ad una preoccupante percentuale di pendenze». Vale a dire procedimenti non chiusi. L’ha detto nella sua relazione il presidente della Corte d’appello Claudio Castelli inaugurando  a Brescia il nuovo anno giudiziario.

E parlando di pendenze definisce come «una vera e propria esplosione» quelle del tribunale di Mantova «dove -afferma Castelli - sono salite addirittura del 67,2 per cento (alla fine del I semestre 2019 erano arrivate a 4.579). Tale aumento ben si spiega con la forte scopertura di personale e di magistrati che ha colpito il tribunale di Mantova negli ultimi tre anni.

E aggiunge: «Non è il blocco della prescrizione il rimedio alla crisi che attraversa il sistema penale, ma una serie di interventi, ben più complessi e che vanno coordinati: dalla riduzione del carico penale al potenziamento delle risorse. Senza assistenti, cancellieri, funzionari e aule è impossibile eliminare l’arretrato e infine potenziare e rendere davvero convenienti i riti alternativi. Pensare di riuscire a diminuire i tempi processuali per decreto o con minacce disciplinari - chiarisce il presidente della Corte d’appello - non è solo fuori dalla realtà, ma significa addebitare falsamente ai magistrati i ritardi processuali e dare un potente messaggio per un produttivismo senza qualità, dove importante non è cercare di dare giustizia, ma definire in modo affrettato e con qualsiasi strada un procedimento».

L’Avvocato generale della Procura Marco Martani ha fatto invece il punto sulla lotta alla criminalità organizzata e mafiosa. «La presenza della criminalità mafiosa nelle province del distretto di Brescia da alcuni anni non è più una semplice ipotesi investigativa o un allarme lanciato dai mezzi di comunicazione e dalle forze politiche e sociali del territorio, si è ormai passati definitivamente alla prova in giudizio dell’esistenza di associazioni a delinquere e delle modalità mafiose con cui vengono commessi gravi reati di estorsione e non solo. Si è confermato il dato - commenta Martani - costituito da una sorta di evoluzione in senso economico della presenza criminale, dove il fenomeno del commercio degli stupefacenti indietreggia rispetto alle nuove frontiere costituite dai settori della ristorazione, del turismo, dell’edilizia e dell’ambiente».

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) «Più di mille fascicoli all’anno per ogni pubblico ministero»]]



Particolare attenzione è stata posta al fenomeno del femminicidio che ha fatto registrare ben 15 casi di omicidio. E si tratta di un fenomeno che non accenna a placarsi.

È stato affrontato anche il problema delle carceri. Tutte le strutture del distretto sono, al pari di tutti gli istituti della Lombardia, le più sovraffollate d’Italia e non si prevede un’inversione di tendenza. Il fenomeno del disagio psichico e psichiatrico dei detenuti è preoccupante e «costituisce - per il presidente della Corte - una vera e propria emergenza».

«Il distretto - sostiene con forza il presidente - ha risorse insufficienti, non a caso a livello nazionale si pone al secondo posto come scopertura degli organici del personale». —

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

I commenti dei lettori