MANTOVA. C’è la mantovana Sara Gandini tra le “Top italian women scientists”, le più influenti scienziate italiane. Il riconoscimento le è stato assegnato da Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere: ricercatrice dello Ieo di Milano (Istituto europeo di oncologia), la Gandini è tra le scienziate italiane che più si sono contraddistinte per il contributo portato all’avanzamento delle conoscenze in campo biomedico, nelle scienze cliniche e nelle neuroscienze.
Una ventina d’anni fa il rientro in Italia: «Mi ero data tre mesi di tempo per cercare di capire quali fossero le prospettive. Per mia fortuna approdai all’Istituto fondato e guidato dal professor Umberto Veronesi, che, potendo disporre di importanti investimenti per la ricerca, dava la possibilità di lavorare benissimo; e così sono rimasta. Temo putroppo che oggi i giovani ricercatori italiani non godano di simili opportunità, e siano spesso costretti a rimanere all’estero». Lo Ieo è un istituto d’avanguardia: si occupa di attività clinica (diagnosi, ricovero e cura), ricerca (in particolare nell’ambito della prevenzione) e formazione, con l’obiettivo di puntare in ogni campo all’eccellenza. I direttori delle divisioni e unità organizzative interne provengono da otto diversi Paesi europei.
Nel corso degli anni, la Gandini si è occupata di vari ambiti di studio e linee di ricerca, dalla biostatistica (applicazione di metodi matematico-statistici agli studi biologici, per meglio formulare gli esperimenti e analizzarne e interpretarne i risultati) all’epidemiologia (studio della distribuzione e frequenza delle malattie nella popolazione) alla prevenzione primaria (influenza della dieta, dei comportamenti personali, dei fattori ambientali e della predisposizione genetica sullo scatenarsi di determinate patologie).
Tra le materie approfondite, i benefici del trattamento con vitamina D nei pazienti affetti da melanoma o da cancro del colon-retto. Oggi è direttore dell’Unità molecolare e farmaco-epidemiologica: «Un gruppo formato da ricercatori giovani e competenti, che dà molte soddisfazioni». È autrice di oltre 160 pubblicazioni su riviste scientifiche, e ha collaborato con vari dipartimenti universitari. Oltre che dirigente Ieo, è professore associato di Statistica medica alla Statale di Milano.
L’impegno lavorativo è notevole: «Tante ore al giorno all’Istituto, e tanti spostamenti, anche all’estero, per convegni, collaborazioni e gruppi di ricerca. Però mi piace farlo, e il mio compagno mi sostiene». Il riconoscimento attribuito alla ricercatrice mantovana da Onda punta a tenere alta l’attenzione su temi come la parità di genere nel campo del lavoro e della tutela della salute: «Un’attenzione che ritengo necessaria: purtroppo siamo ancora in una società che dà più valore alle figure maschili. È vero che le donne spesso devono sostenere i compiti legati alla maternità, e che tenere assieme professione e famiglia non sempre è facile; ma ciò non dev’essere una scusa per relegarle in compiti subalterni o tenerle fuori dal mondo del lavoro: essere mamma non vuol dire non metterci testa e passione nelle cose che si fanno, anzi». La Gandini stessa è madre di una ragazza 18enne, a sua volta innamorata della matematica.