«Mi sento bene, non preoccupatevi e state sereni»
Il ricercatore di 29 anni di Luzzara, primo italiano colpito dal coronavirus, è ricoverato in isolamento allo Spallanzani di Roma. Ai genitori continua a inviare messaggi tranquillizzanti. Per ingannare il tempo lavora al computer e si sente con gli amici
Roberto Bo
MANTOVA. «Sta bene e ci ha detto che non dobbiamo preoccuparci. Ci sentiamo spesso al telefono, è tranquillo e continua a trasmetterci serenità». Come promesso non rompono ancora il silenzio con la stampa i genitori del primo italiano risultato positivo al coronavirus («In accordo con nostro figlio abbiamo deciso di non rilasciare dichiarazioni»), ma in queste ore hanno avuto più di un contatto con gli amici più stretti, ai quali hanno riferito la situazione con toni molto rassicuranti, per loro e per tutta la popolazione, sia italiana che del paese in cui vivono da anni, Luzzara, ultimo comune emiliano al confine con la Lombardia a meno di 7 chilometri da Suzzara.
E originaria di Suzzara è la madre del ricercatore 29enne residente da anni negli Usa e ricoverato nella IV Divisione dello Spallanzani di Roma dove è stato trasferito giovedì scorso dal centro della Cecchignola che ospita gli altri italiani ancora in quarantena al rientro da Wuhan, la città cinese dove si è diffuso inizialmente il virus. Secondo gli ultimi bollettini medici ha solo un po’ di febbre, non alta, un arrossamento agli occhi per una lieve congiuntivite e ha iniziato la cura antivirale.
In questi giorni di isolamento, per ingannare il tempo, ha ripreso a lavorare con il computer e si sente spesso con la sua famiglia e con i suoi amici per infondere coraggio e tranquillità. Da Luzzara i genitori fanno sapere, sempre alle persone a loro più vicine, di non aver ancora deciso se raggiungerlo a Roma: «Attendiamo notizie dalle autorità sanitarie». Il figlio ha contratto il virus mentre era a Wuhan insieme alla fidanzata cinese. Un breve periodo di vacanza, per il capodanno del Paese del Dragone e poi in Thailandia, ma la sua vita è negli Stati Uniti, dove fa il ricercatore. «Sto bene, mi sento tranquillo. Al momento non ho nessun disagio particolare», aveva detto due giorni fa agli altri italiani in quarantena al centro sportivo dell’Esercito alla Cecchignola. E la conferma arriva anche dallo Spallanzani con il bollettino medico diramato ieri: «Il cittadino italiano trasferito due giorni fa dalla struttura dedicata della città militare della Cecchignola, con infezione confermata da nuovo coronavirus, è in buone condizioni generali con quadro clinico invariato; persiste lieve febbricola e iperemia congiuntivale in fase di risoluzione. Il paziente ha iniziato terapia antivirale. Il giovane è assolutamente sereno, mantiene costanti contatti con la sua famiglia e con gli amici e continua il suo lavoro di ricercatore».
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