«Sbagliata l’idea di città di Palazzi»
I partiti del centro destra e i Cinque Stelle criticano il sindaco. E accusano: «Capitale della cultura sfruttata male»
Sandro Mortari
MANTOVA. Tante medaglie sul petto del sindaco Palazzi ma anche alcune promesse non mantenute. È bastato poco per suscitare la reazione dei partiti di opposizione che, preparandosi a rinnovare la sfida al primo cittadino uscente, bocciano in toto i cinque anni trascorsi alla guida della città.
«Noi - dice Anna Lisa Baroni, deputato e coordinatore provinciale di Forza Italia - abbiamo fatto un’opposizione con tante proposte. La prima è stata quella di regalargli il progetto di Mantova capitale della cultura, al quale, però, non ha prestato alcuna attenzione nella parte in cui gli suggerivamo di valorizzare l’Archivio di Stato e di istituire il museo del Risorgimento. Eppure, sulla base di quel progetto ha ricevuto un milione dal ministero e 500mila euro dall’allora governatore della Regione Maroni. E quando gli abbiamo chiesto di finanziare delle proposte che venivano da altre istituzioni ha detto di no». Per la Baroni Palazzi «ha perseguito un’ idea di città che si è rivelata sbagliata tanto che sprofonda giorno per giorno in una crisi sempre più grave. Non è un caso che i negozi del centro chiudano. E non si risolve la situazione coi bus navetta gratis».
Molto critico anche Alessandro Beduschi, segretario provinciale di Fratelli d’Italia: «Palazzi ha guardato solo al consenso elettorale immediato mentre non ha impostato il futuro della città». Insomma, «ha investito nell’ordinaria manutenzione, in marciapiedi; ha speso tanto denaro per il Podestà e ancora non ha idea di come utilizzarlo». Parla di città inaccessibile: «Sono decenni che non si risolve il problema di Porta Cerese, dove servirebbe un sottopasso che si sarebbe potuto co-finanziare coi soldi del Podestà, e di Porta Mulina». E poi il lavoro: «È difficile - riconosce - per un sindaco incidere; un’opportunità potevano essere i 16 milioni di euro per le bonifiche, ma Tea non so se è specializzata in questo campo. Così come per il Porto di Valdaro occorreva fare di più legandosi allo Zai di Verona e al porto di Venezia».
Anche dalla Lega arrivano bordate contro Palazzi: «Avevamo già smascherato la sua negligenza quando abbiamo presentato il nostro candidato sindaco Stefano Rossi - ricorda il segretario provinciale del carroccio Antonio Carra -. Ha fatto solo un lavoro di immagine. Lo vediamo sulla viabilità e sul rilancio turistico della città, due punti cardine del nostro programma con lavoro e recupero del centro e dei quartieri. I negozi abbandonano il centro perché la città non è accogliente, sia per i turisti mordi e fuggi che per quelli che si fermano, a causa dei problemi di parcheggio e di viabilità».
Michele Annaloro, capogruppo dei Cinque Stelle, nota «una bassissima qualità» dei progetti di Palazzi: «Basta guardare le due torri-ascensore che svettano sul Podestà e la domus di piazza Sordello. Inoltre, io ho riscontrato una sordità di Palazzi su tutte le proposte che gli abbiamo fatto». E punta il dito su riforme istituzionali e ambiente: «Ci siamo battuti per la Grande Mantova fino ad arrivare al referendum, ma lui e il Pd in Regione hanno detto no perché temevano di perdere poltrone. Sull’inceneritore Palazzi ha ritirato il ricorso al Tar lasciando strada libera alla Pro-Gest». Quanto al lavoro e alle attività commerciali in centro che chiudono, «ci sono grosse responsabilità del sindaco. In campagna elettorale aveva promesso di istituire il distretto del commercio, e non l’ha fatto».
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