In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

«Il commercio in crisi non è colpa nostra»

I proprietari degli immobili attaccano il sindaco Palazzi. «Gli affitti dei negozi sono calati, crescono invece le tasse»

Barbara Rodella
1 minuto di lettura

MANTOVA. «Il problema dello sfitto commerciale e della desertificazione del centro storico di Mantova, oggi ancora alla ribalta delle cronache cittadine per la chiusura dei punti vendita di due importanti catene, non è purtroppo storia recente».

L’associazione proprietà edilizia Confedilizia di Mantova interviene nel dibattito sul commercio cittadino. E lo fa con un appunto al sindaco Palazzi che giorni fa aveva parlato anche di affitti troppo cari.

«In tema di affitti commerciali, la dichiarazione del sindaco Mattia Palazzi, ribadita dal vicesindaco Buvoli nel corso di un dibattito televisivo, esordendo con un infelice ed ingiustificato richiamo al regime comunista cinese, (che comunque non impone restrizioni alle parti, in materia) si limita a vantare l'attuale applicazione, da parte del Comune, di misure punitive (aliquota massima Imu) nei confronti dei proprietari immobiliari, colpevoli secondo lui di impedire l'accesso alle locazioni pur di non abbassare i canoni».

La nota di Confedilizia così prosegue: «Dimentica tuttavia il primo cittadino che i dati ufficiali del mercato delle locazioni commerciali (dei quali la nostra associazione ha riscontro quotidiano) indicano, negli ultimi anni, un drastico calo della richiesta, un aumento dei recessi e degli sfratti e una sensibile e generalizzata riduzione dei canoni, spesso anche in corso di contratto. Dati alla mano, i rimedi adottati dall'amministrazione nell’ultimo quinquennio hanno inciso negativamente su un settore già in crisi, peraltro colpendo tutti i proprietari per le presunte colpe di pochi».

Poi l’affondo: «Con inversa tendenza, la tassazione sul patrimonio e sulle rendite immobiliari, nel medesimo periodo, è triplicata ed è in continuo aumento (nell'ultima manovra è stata eliminata la cedolare secca proprio per le locazioni commerciali, a distanza di soltanto un anno dalla sua introduzione). Bastano queste considerazioni oggettive per comprendere che le cause del problema, come ribadito anche dalle recenti dichiarazioni dei rappresentanti di categoria dei commercianti e degli esercenti, vadano ricercate altrove: ridotta richiesta di spazi per attività commerciali, scarso numero di abitanti, calo delle vendite e degli incassi, insopportabile carico fiscale e burocratico, eccessiva onerosità delle tariffe per le utenze, difficoltà di parcheggio e accesso al centro, trasferimento in zone periferiche di uffici e servizi, concorrenza incontrastata dei centri commerciali e dell'e-commerce».

Infine un invito al dialogo: «Confedilizia ritiene che la campagna per le imminenti elezioni amministrative possa costituire un'opportunità di dibattito costruttivo sul tema ed è pronta ad offrire il proprio contributo a chi ne uscirà vincitore, purché la rigenerazione urbana sia veramente tale e slogan fini a se stessi lascino spazio a proposte concrete per dare nuova linfa al cuore della nostra bellissima città».

© RIPRODUZIONE RISERVATA


 

I commenti dei lettori