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Ricatto sessuale sul web, parte la denuncia ad Acquanegra

Ha scambiato messaggi con un 28enne su un sito di incontri gay, e poi gli ha chiesto soldi per non divulgarli

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ACQUANEGRA SUL CHIESE. Si sono conosciuti su un sito di incontri gay e hanno cominciato a scambiarsi messaggi, sempre più intimi. E compromettenti, senza mai arrivare a un incontro faccia a faccia. Tutto virtuale, e piuttosto hard. Il ragazzo, un 28enne mantovano, non immaginava che oltre lo schermo ci fosse un ricattatore. Finché, lo scorso dicembre, l’adescatore ha cominciato a chiedergli dei soldi. Se non l’avesse pagato avrebbe divulgato le conversazioni con tanto di foto a luci rosse a tutti i loro conoscenti. Il ragazzo, molto spaventato all’idea di diventare l’argomento di conversazione tra amici e conoscenti, inizialmente ha ceduto a ricatto e gli ha fatto diversi versamenti, per centinaia di euro, ricaricandogli la carta postepay.

Il ricatto però è diventato sempre più pressante, le richieste di denaro sempre più esose finché, qualche giorno fa, dopo aver scucito 1000 euro, il giovane, esasperato, si è fatto forza ed è andato a raccontare tutto ai carabinieri di Acquanegra e ha denunciato il ricattatore. Con gli elementi che ha fornito, i militari sono riusciti a identificare l’adescatore, un mantovano pluripregiudicato, e l’hanno denunciato a piede libero per estorsione. La sextortion, cioé il ricatto sessuale attraverso il web, è un fenomeno in continua ascesa, non solo in Italia, ma in tutto il mondo.. Si tratta di una pratica usata da cyber criminali o improvvisatori per estorcere denaro alle vittime, che sono soprattutto uomini.

La tecnica è abbastanza semplice: la vittima viene contattata su siti di incontri o social media, da una persona che crea un profilo falso con foto avvenenti: esche sessuali. Dopo che è nato un rapporto confidenziale, la conversazione si sposta su una qualsiasi applicazione di chat e messaggistica istantanea. E parte lo scambio di foto hard. Poi l’intrigo sparisce e al suo posto compare la richiesta di riscatto. E la minaccia è reale, perché l’adescatore conosce la lista dei contatti.
 

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