Ondata di furti nelle case e in un’azienda agricola nella zona di San Matteo
Rubati due pick-up e aspirata la nafta. Il controllo del vicinato ha funzionato invece la scorsa settimana: ladri scappano a mani vuote
Riccardo Negri
VIADANA. Furti in serie sono stati messi a segno, o quantomeno tentati, a fine febbraio a San Matteo delle Chiaviche.
Il bottino più pesante è stato portato via da un’azienda agricola alle porte dell’abitato. Il 27 febbraio, prima dell’alba, i soliti ignoti sono riusciti a penetrare nella corte dopo averne divelto il cancello. Una volta all’interno, hanno aspirato la nafta contenuta nei serbatoi dei trattori e prelevato due pick-up utilizzati per recarsi nei fondi agricoli. Il valore della refurtiva è di diverse migliaia di euro.
La notizia del colpo ha lasciato di stucco i residenti, sorpresi per il fatto che lo scasso del cancello, che pure dovrebbe essere stato piuttosto rumoroso, a quanto pare non è stato avvertito da nessuno.
Il controllo del vicinato ha funzionato invece durante l'ultimo fine settimana di febbraio, quando una banda di ladri aveva preso di mira ben quattro abitazioni della frazione. In tutti i casi il passaggio dei malviventi ha lasciato dei danni, dal cancelletto d’ingresso forzato alla finestra scassinata, ma solo una delle case prese di mira è stata effettivamente visitata.
I residenti non erano in quel momento presenti nell’alloggio, e i ladri ne hanno approfittato per sottrarre un po’ di contanti e preziosi. Negli altri tre casi, i ladri se ne sono dovuti andare a mani vuote: una volta è stata la donna residente, uditi rumori strani, a mettersi a urlare e a farli fuggire, in un altro caso è scattato l’allarme antifurto e nel terzo caso è stata una vicina di casa a sentire movimenti sospetti e a mettersi a urlare inducendo i malviventi a sgomberare il campo. Non è la prima volta che in paese si registrano vere e proprie ondate di furti: anche in passato, una serie di intrusioni si erano susseguite in momenti ravvicinati dopo periodi più o meno prolungati di calma. La sensazione è che i malintenzionati studino la situazione, prima di entrare in azione.
I cittadini si sono dotati informalmente di alcune precauzioni: in particolare quella di avvicinare le auto sospette ferme lungo le vie. Una scusa per chiedere agli occupanti se hanno bisogno di aiuto o indicazioni, e nel frattempo guardarli in faccia e mettere sotto pressione chi ha la coda di paglia.
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