Capitale della cultura: solo 40mila euro a Mantova del milione atteso
Il ministero per i Beni culturali ha erogato un acconto Buvoli: «Promessi altri 60mila euro, ma che burocrazia»
Sandro Mortari
MANTOVA. Dai e dai, i soldi sono arrivati. Ma non la cifra che ci si aspettava, un milione di euro. «È solo un anticipo di 40mila euro - afferma sorpreso il vicesindaco nonché assessore al bilancio Giovanni Buvoli - E presto ne arriveranno altri 60mila come ci hanno promesso».
Il milione era il contributo che il ministero per i Beni culturali, a fine 2015, aveva garantito alla Mantova che si apprestava, l’anno successivo, a diventare la prima capitale della cultura italiana. Soldi che il Comune aveva fin da subito messo nel bilancio 2016 e che continua a trascinare nei successivi senza mai vedere un euro. Il 13 febbraio scorso la situazione si è sbloccata ed è arrivata la prima tranche, 40mila euro appunto. Certo, a questi ritmi allo Stato serviranno altri 24 anni per erogare il dovuto.
Buvoli sorride amaro e si consola: «Non siamo solo noi in queste condizioni. L’anticipo è stato versato a tutte le città finora insignite del titolo di capitale della cultura, e cioé a Lecce, Perugia, Ravenna, Palermo, Pistoia e Cagliari. Manca Siena e non mi spiego perché. Comunque, altri soldi sono in arrivo. Quello che mi preme precisare è che il ritardo è dovuto esclusivamente a problemi del ministero, al cambio dei dirigenti responsabili del procedimento e alla burocrazia opulenta che rallenta il normale rapporto tra enti di diverso livello».
Ed è proprio il ginepraio di passaggi messo in piedi dal ministero per versare il contributo a lasciare interdetti. Basta leggere la determina con cui il Comune accerta l’erogazione del primo acconto per rendersene conto. Mantova è stata nominata capitale della cultura nell’ottobre 2015; il 13 aprile 2016 il Comune accertava l’entrata del contributo di un milione di euro; il 27 novembre 2017 sottoscriveva con il Segretariato generale-servizio II-programmazione strategica nazionale e comunitaria del ministero per i beni culturali (il nome di chi materialmente deve erogare il contributo è già tutto un programma) il disciplinare che regola i rapporti tra i due enti.
Il 2 luglio 2018 il Segretariato inviava alle città capitali della cultura il manuale per accedere alla piattaforma che gestisce il progetto e, in ottobre, la scheda da compilare per accreditarsi al sistema di monitoraggio e rendicontazione. Non è finita. Nel novembre 2019 il Segretariato comunicava al Comune di voler applicare il sistema di gestione e di controllo del piano stralcio cultura e turismo e di aver avviato la procedura per l’erogazione dell’anticipo. Gennaio scorso trascorre tra richieste di informazioni e ricerca del conto della tesoreria su cui versare l’acconto senza, però, quantificarne l’ammontare. In febbraio arrivano i soldi, con una sorpresa: appena 40mila euro.
I commenti dei lettori